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Ronan Bouroullec, lampada Ceramique per Flos. Photo © Ronan Bouroullec

Design e Intelligenza Artificiale. Conversazione con Ronan ed Erwan Bouroullec (articolo pubblicato su LUCE 345, settembre 2023)

By Sielo Longo
Pubblicato il
23 Aprile 2024

Dal suo lancio nel novembre 2022, ChatGpt – software basato sull’Intelligenza Artificiale e l’apprendimento automatico – sta facendo percepire al grande pubblico la portata rivoluzionaria della IA sulla vita quotidiana di ognuno di noi. I cambiamenti introdotti da questa nuova tecnologia agiscono, però, da più tempo sul mondo del design industriale, parte di quell’industria manifatturiera settore leader nell’applicazione di IA, tecnologia che ha già rivoluzionato la fabbricazione di oggetti in ogni suo aspetto, dalla progettazione alla produzione.

Cosa pensano e come si relazionano con le macchine intelligenti.

Abbiamo chiesto ai Fratelli Bouroullec, celebre coppia di designer basata a Parigi, il cui lavoro spazia dagli arredi ai tessuti, dai progetti urbani agli oggetti d’arte, cosa pensano e come si relazionano con le macchine intelligenti.

Ronan Bouroullec. Photo © Pavel Golik
Erwan Bouroullec. Photo courtesy Studio Bouroullec

Ronan Bouroullec

Io credo che sia importante per il nostro futuro avere aziende con persone appassionate che lavorano in buone condizioni, piuttosto che industrie completamente automatizzate dove robot e macchine producono tonnellate di lampade. Da alcuni anni ho un interesse specifico a collaborare con manifatture che non sono industrie e non sono laboratori artigianali, ma una via di mezzo tra i due, e in Italia queste medie imprese sono molto numerose. Mi piace visitare queste aziende in cui lavorano persone semplici e appassionate che amano il loro mestiere e che devono muoversi, pensare, acquisire competenze, imparare. Si tratta di un patrimonio che deve essere protetto. È come il cibo: ci sono modi industriali e modi organici di produrre. Io voglio continuare a dare lavoro a questo tipo di aziende ed è quello che ho fatto con Flos, facendo collaborare per la prima volta l’azienda con un laboratorio di ceramica in Italia. Si tratta di un materiale che amo molto, perché è organico e non artificiale. L’intero processo di produzione è completamente ecologico e pulito, non meccanizzato, anzi quasi completamente fatto a mano, e coinvolge molte persone con il loro patrimonio di conoscenze e abilità.

Erwan Bouroullec

Uno dei nostri lavori recenti è stato per Samsung e mi ha molto entusiasmato. Da allora, ho iniziato a imparare la programmazione informatica. Dal mio punto di vista, ci stiamo tutti muovendo verso esperienze sempre più digitali e la luce avrà un ruolo crescente in questo. Lo sviluppo futuro andrà sicuramente in direzione di interazioni positive tra luce e Intelligenza Artificiale. Oggi, quando si entra in un’auto non ci si occupa più delle luci, tutto è automatizzato. Nel futuro ci saranno sempre più persone costrette a vivere in spazi ristretti all’interno delle aree urbane: per questo, sarà sempre più importante creare l’atmosfera e la qualità dello spazio attraverso un’illuminazione che si adatti alle diverse necessità, più forte quando c’è bisogno di lavorare o di giocare con i figli, più morbida quando è il momento di rilassarsi. La luce è uno strumento insuperabile per cambiare l’atmosfera di un luogo, e anche se finora le tecnologie per il controllo totale dell’illuminazione non hanno mai funzionato fino in fondo, presto le cose cambieranno.

Due approcci molto diversi.

Due approcci molto diversi, che si traducono in pratiche concrete altrettanto distanti, ma che rispondono entrambi a questioni fondamentali per il design contemporaneo. Un doppio percorso che è ben rappresentato dalle ultime creazioni firmate individualmente dai due designer per Flos. La materialità antica della ceramica è la protagonista assoluta della lampada Ceramique di Ronan Bouroullec. Un materiale questo con cui il designer sperimenta da tempo, dando vita a creazioni che spaziano dal design all’arte.

Ronan Bouroullec, lampada Ceramique per Flos. Photo courtesy Flos
Ronan Bouroullec, lampada Ceramique per Flos. Photo courtesy Flos

Ronan Bouroullec

Le lampade complicate mi appassionano e creo spesso prodotti ipertecnologici, ma in questo caso non si tratta di un nuovo sistema o di qualche straordinario oggetto fluttuante. Al contrario, Ceramique è una lampada a bassa tecnologia, quasi arcaica in un certo senso, un semplice pezzo di ceramica. Volevo tornare a un oggetto semplice da mettere sul tavolo, a un oggetto iconico. Nonostante l’apparente semplicità, questa collezione ha rappresentato una sfida, perché la ceramica non è un materiale facile da controllare: essere in grado di ottenere questo oggetto apparentemente elementare è stato il risultato di un lungo processo e la cosa interessante è che questo la rende anche una lampada molto difficile da imitare. Da qualche anno ormai cerco di disegnare oggetti che abbiano una vita duratura, credo che questa sia una importante direzione futura verso un design ecosostenibile. È una questione di tecnica, ovviamente, ma è anche una questione di forma. Per raggiungere l’obiettivo di creare una lampada iconica, uno degli aspetti più importanti del progetto è stato chiedermi quale potesse essere una forma che verrà ancora apprezzata tra 20 anni

Ronan Bouroullec, lampada Ceramique per Flos. Photo © Ronan Bouroullec

Erwan Bouroullec

Erwan Bouroullec ha invece firmato la lampada Emi, risultato del dialogo tra il designer e le più avanzate tecnologie dell’azienda. Tre moduli luminosi all’interno di un’estrusione di alluminio dalla sezione triangolare, un design modulare e minimalista costruito intorno alla tecnologia Light Shadow brevettata da Flos Architectural. “L’idea era creare un cannone di luce capace di emettere una luminosità molto potente senza che la sorgente fosse visibile. Mi diverte molto giocare con ChatGpt e lo faccio spesso: le ho chiesto se poteva descrivermi una luce che provenisse dall’ombra, e ChatGpt mi ha risposto che era impossibile. Allora ho pensato: va bene, lo farò da solo e ti dimostrerò che ti sbagli! Il fascio luminoso può essere diretto sia verso il soffitto che verso il pavimento e si può passare da una illuminazione morbida e d’atmosfera a una più intensa e omogenea, a seconda delle necessità e secondo il principio di fare più con meno che ha sempre guidato il nostro studio. La lampada si può spostare facilmente, può essere usata in maniera modulare e architettonica, così da creare un linguaggio omogeneo attraverso tutto lo spazio. In questo senso Emi risponde a una necessità essenziale del design odierno: quella di performare, di evitare cioè sprechi che non possiamo più permetterci. Grazie alla sua potenza e versatilità, quando la si installa in uno spazio nuovo, si è già fatto il 90% di quello di cui si avrà bisogno in termini di illuminazione”.

Erwan Bouroullec, render lampada Emi. Photo courtesy Studio Bouroullec

Conservazione e innovazione: due approcci essenziali e complementari

Quelli di conservazione e innovazione sono due approcci essenziali e complementari, che hanno a lungo convissuto proficuamente dando vita a capolavori intramontabili del design e dell’architettura. Basti pensare, negli anni Venti del secolo scorso, all’eccellenza rappresentata dal Bauhaus tedesco sul versante della tutela delle sapienze artigianali e dal Costruttivismo russo sul versante di innovazione e sperimentazione tecnologica. Che i Fratelli Bouroullec facciano convivere entrambe queste anime nel loro studio appare quindi un ottimo auspicio per il futuro del design. È allargando lo sguardo agli elementi più strutturali delle nostre società e alla direzione ad essi impressa da IA che lo scenario si fa più incerto. Già nel 2020 il documentario Coded Bias denunciava la discriminazione razziale e di genere esercitata “inconsapevolmente” dagli algoritmi, demistificando l’idea che l’Intelligenza Artificiale possa analizzare i dati in maniera obiettiva. E da allora, la percezione dei rischi non ha fatto che aumentare.

Erwan Bouroullec, render lampada Emi, particolare. Photo courtesy Studio Bouroullec photo
Erwan Bouroullec, render lampada Emi. Photo courtesy Studio Bouroullec

Ronan Bouroullec

Personalmente io credo che la situazione sia già parecchio fuori controllo e il pericolo è enorme, è come una bomba che rotola e nessuno sa dove potrà esplodere. Come con tutte le nuove tecnologie, è molto interessante capire cosa possiamo fare con esse, ma il rischio è alto. Per fare un esempio concreto, abbiamo già capito da diversi anni che la verità non è più un argomento, e l’Intelligenza Artificiale è un modo molto avanzato di dare forme pericolose a notizie false.

Erwan Bouroullec

Io gioco spesso con ChatGpt e credo che dovremmo farlo tutti, perché ciò che la macchina impara dipende anche dal contributo di ognuno di noi. Credo che l’unica cosa da evitare sia chiedere a IA di fare al posto nostro quello che siamo già capaci di fare da soli. Basti pensare al settore della logistica e dei trasporti che coinvolge un numero enorme di lavoratori nel mondo e che se venisse completamente automatizzato causerebbe una gigantesca ondata di disoccupazione. Certamente dobbiamo essere prudenti. Presto l’Intelligenza Artificiale sarà una risorsa di base, come l’elettricità, l’acqua o come l’energia nucleare: se va fuori controllo è una catastrofe. Ma il cervello umano ha dei limiti, mentre l’IA non si preoccupa delle quantità, è un’occasione unica per scavare nei dati e non vedo perché non dovrebbe emergere qualche schema interessante. Non approfittarne sarebbe un errore enorme.

AUTHOR

Sielo Longo

Vive e lavora da molti anni a Berlino, giornalista e filmmaker, collabora a LUCE dal 2016

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