AIDI e Fondazione AEM: Convegno “L’ILLUMINAZIONE NELLE CITTÀ DEL FUTURO TRA INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ” del 18 ottobre e Mostra “La Luce della Città”


Convegno "L’ILLUMINAZIONE NELLE CITTÀ DEL FUTURO TRA INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ"

Alla presenza di un pubblico qualificato e coinvolto si è volto il convegno L’illuminazione nelle città del futuro tra innovazione e sostenibilità, ospitato da Fondazione AEM e organizzato da AIDI in collaborazione proprio con la Fondazione milanese legata ad A2A. Al convegno è stata abbinata l’inaugurazione della Mostra La Luce della Città, visitabile sempre presso la Fondazione AEM in Piazza Po 3 a Milano.

Il tema sviluppato ha riguardato essenzialmente il ruolo dell’illuminazione pubblica per la salvaguardia e la valorizzazione del paesaggio urbano. Salvaguardia e sostenibilità, infatti, sono stati i temi sui quali i relatori si sono confrontati, moderati da Mariella Di Rao, direttore della Rivista LUCE.

Introdotti dalla neoeletta presidente di AIDI Laura Bellia e dal presidente di Fondazione AEM Alberto Martinelli, si sono susseguiti interventi di affermati protagonisti del settore. Giampiero Bellomo, quale esperto di inquinamento luminoso, ha ricordato come l’inquinamento luminoso non riguardi soltanto il limitarsi della visione delle stelle, ma una molteplicità di impatti sulla vita delle persone (eccesso controproducente di illuminazione stradale e talvolta di aree pedonali, se non di finestre troppo illuminate) mettendo in guardia, per di più, da una visione troppo antropocentrica. Il problema della fauna, ad esempio, disturbata da una luce troppo calda, come hanno evidenziato ricerche sull’impatto degli spettri luminosi nel caso degli uccelli.

Altri interventi, come quello di Piero Castiglioni, di Studio Luce e Architettura, hanno messo in evidenza scelte di illuminazione che hanno avuto un grande effetto visivo sulle tante belle architetture della città, seppure non esenti da errori. Il committente Comune di Milano, sempre sullo sfondo di diversi interventi, ha dettato le politiche della Città in tema di scelte illuminotecniche, seguendo una progressione storica che ha risentito dei sentimenti dominanti nelle diverse epoche, da quando l’elettricità ha preso il posto, negli Anni Venti del secolo scorso, di quella a gas come modalità di alimentazione energetica. Questi ultimi aspetti sono ben evidenziati proprio nella mostra ospitata nella sede di Fondazione AEM e dedicata allo storico direttore di LUCE Silvano Oldani, scomparso da quasi un anno.

Federico Mauri, Managing director di A2A Illuminazione Pubblica, ha posto l’attenzione sui problemi più squisitamente tecnici ed organizzativi di chi deve materialmente realizzare e gestire gli impianti di illuminazione; problemi presenti specialmente nella fase di riqualificazione delle migliaia di punti luce cittadini, estesi in vaste ed eterogenee aree urbane, dove si sviluppano centinaia di chilometri di strade da illuminare. Il tutto nel rispetto di una normativa spesso complessa e anch’essa in continua evoluzione, di cui occorrerà tenere conto assieme a nuovi concetti legati alla Smart City (città connessa nelle sue molteplici forme), anche in vista del ciclico rinnovarsi delle apparecchiature.

Vivaci, oltre che ricchi di spunti e sollecitazioni, gli interventi di Margherita Suss (Progettista illuminotecnica dello Studio GMS), di Federico Parolotto (Architetto urbanista CEO di MIC-HUB) e di Alberto Gerli (Technology Entrepreneur di Consultant and Big Data). Tutti, esprimendo diversi punti di vista conseguenza di ruoli distinti, hanno posto l’accento sulla sempre più evidente interdisciplinarità della materia, che coinvolge aspetti sociali, generazionali (gli anziani, sempre più numerosi, vedono meno bene dei giovani…) ma anche legati al genere (la sicurezza come elemento di attenzione nei confronti della popolazione femminile) in una città in continua mutazione (futuro è già domani), dove i parametri progettuali tuttora vigenti si richiamano a concetti spesso assai datati, come nel caso della sicurezza stradale, che vuole soddisfare una tecnologia automobilistica ormai ampiamente superata. In definitiva, l’evento ha evidenziato una tensione, positiva e palpabile, verso una maggiore qualità della illuminazione urbana, spesso ottenibile anche, paradossalmente ma non troppo, attraverso una riduzione del flusso luminoso. Città in prospettiva forse meno “sfolgorante”, quindi, ma più attenta alle necessità reali di coloro che la abitano, ed in questo insieme comprendiamo davvero tutto: i viventi (persone e animali, domestici e non) e le cose che ci circondano, in una visione davvero omnicomprensiva e completa.