Eventi
VIAGGIO DI LUCE. CLAUDIO PARMIGGIANI – ABEL HERRERO. UN PROGETTO DI MUSEO NOVECENTO A CURA DI SERGIO RISALITI
By Jacqueline Ceresoli
Pubblicato il
Novembre 2023
Il tempo che passa produce ansia, l’iperattività e lo sconforto di un presente complesso e belligerante porta allo scontento e all’autodistruzione, la superficialità della comunicazione in rete svuota di contenuto le relazioni umane e in questo flusso caotico e annichilente il rimedio è nella contemplazione riflessiva dell’arte, il saper guardare opere che inducono al viaggio oltre la banalità del reale, sperando di approdare nell’immaginario di una terra incognita e misteriosa.
Questo è il suggerimento della mostra Viaggio di Luce, un progetto espositivo che accomuna per la prima volta le opere di Claudio Parmiggiani e Abel Herrero, ideato dal Museo Novecento, promosso da Città Metropolitana di Firenze, a cura di Sergio Risaliti e organizzato da MUS.E e Associazione Kontainer, esposto nella Galleria delle Carrozze di Palazzo Medici Riccardi (fino al 21 gennaio – ingresso gratuito).
A Palazzo Medici Riccardi si incontrano di nuovo il pittore italiano di origine cubana Abel Herrero e Claudio Parmiggiani. Dopo una collaborazione artistica iniziata nel 2006 a Cuba, a Firenze si rinnova la condivisione del progetto espositivo di opere diverse dei due artisti, accomunati da sensibilità poetica e innesti tra pittura e scultura, luce e ombra, vuoto e pieno, come forma di perfezionamento dell’interiorità. Parmiggiani, con la mostra personale Silencio a voz alta (2006), è stato il primo artista italiano a esporre al Museo Nazionale di Belle Arti all’Avana, Cuba, all’interno del progetto Pensatori Ospiti, a cura di Abel Herrero.
Nell’austera Galleria delle Carrozze, nell’area del centro storico di Firenze dove sorge il Palazzo Medici Riccardi, gli scavi hanno dimostrato che scorreva un fiume, e qui quattro grandi barche di Claudio Parmiggiani (1943), adagiate sul pavimento ricolme di polveri di colori diversi, rosso, giallo, blu e verde, danno materialità alla speranza di un viaggio verso la luce. I suoi pigmenti trasudano di immaterialità, sembrano luccicare e rappresentano la quintessenza della pittura. Alle pareti catturano lo sguardo otto grandi tele monocrome di Abel Herrero (1971), “manifesti” cromatici di mari verdi acidi, ma luminosi com’è la speranza di un futuro migliore. I suoi gialli sono abbacinanti, i blu profondi come gli abissi insondabili dei notturni cosmici, il rosso sangue è cruento e dionisiaco, poi c’è il nero tenebroso che cela il sonno della ragione e illumina l’origine della luce.
Tutto intorno è silenzio che reca grazia, riflessione, meditazione. Herrero con l’energia lirica e astratta della pittura rigenera in chiave contemporanea il classico soggetto della veduta marina, in cui si evoca la condizione umana, mentre le barche di Parmiggiani, incarnano la metafora del viaggio fisico e metafisico. Nella navigazione metaforica in questa vita, tumultuosa, contraddittoria e pericolosa, le opere esposte ci invitano a pensare a nuovi orizzonti, a proseguire il nostro percorso dentro una immersione pittorica, in cui l’invisibile si fa visibile, dove il naufragio nella luce è una opportunità di rigenerazione.
In questo progetto a quattro mani c’è una soluzione trascendente nella vita terrena. Guardare e ripensare il tempo e lo spazio con queste opere, che trasudano di tensione spirituale, a partire dalle polveri nelle barche per culminare nei monocromi aniconici, l’assenza si fa presenza di luce, in cui il nostro sguardo segue un viaggio immaginario dentro il colore. Scrive Sergio Risaliti: “Per Herrero e Parmiggiani non c’è altra via, altro esercizio, che l’esperienza della contemplazione, senza la quale non c’è possibilità di fare luce, di approdare alla verità del reale verso il nulla, verso l’oscurità e il vuoto, solo per fare luce al linguaggio, per accedere alla verità poetica della cosa, per aprire un varco verso la Lichtung. Parmiggiani e Herrero considerano all’unisono l’immersione contemplativa nella pittura come esperienza diametralmente opposta a ogni forma di comunicazione, come forma di resistenza alla dissipazione del linguaggio nel chiacchiericcio di cui parla Heidegger”.
Se la vita è l’affanno, l’arte è l’inganno che cerca il piacere dei sensi. Arte come confessioni di enigma della percezione – fuga mundi intra mundi? La luce nel colore spalanca il nostro sguardo sull’infinito tanto nella barca quanto nei monocromi in cui l’homo viator nella luce trova il simbolo della ricerca spirituale. E il nostro sguardo pellegrino (che deriva da peregrinare, muoversi con inquietudine, senza tregua, ma anche condurre al termine), nel suo significato contiene l’estraniamento e lo spaesamento.
Essere e non essere, certezza e instabilità, luce e ombra, vita e morte, realtà e apparenza, riflessione e tormento, dannazione ed estasi, ragione e immaginazione. In questo “viaggio” dentro a dualismi possibili e di coppie oppositive si inscenano metafore e inganni visivi, oscillazioni tra qui e l’altrove, tra uno spazio definito e un territorio infinito in un corpo a corpo tra luce e spazio per naufragare in una catartica ascesa interiore.
LEGGI DI PIÚ
Eventi
46ma edizione del Premio Ubu: Luigi De Angelis premiato per la categoria miglior disegno luci
BY Cristina Tirinzoni | 19 Dic 24
Eventi
Eccellenza, passione e dedizione premiate a Milano. La quarta edizione del Premio Luce di AIDI
BY Cristina Ferrari | 17 Dic 24