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La comprensione della luce passa attraverso l’arte, l’architettura, il design, il cinema, il teatro, le scienze e tanto di più. Una continua ricerca che ci aiuta a ridefinire noi stessi e lo spazio che ci circonda modellando la nostra esperienza emotiva e viscerale del mondo intorno a noi. Un approccio, un metodo che caratterizza il lavoro di LUCE che in questo numero presenta la visione e il contributo di alcuni grandi esploratori di questo meraviglioso elemento che indagano e interpretano in modo differente sulla base del proprio percorso professionale e personale. Incontri, progetti e suggestioni che sorprendono anche per una dimensione onirica che diventa sempre più parte essenziale dei racconti di luce. Ognuno dei personaggi intervistati e gli autori dei progetti raccontati indicano nuovi percorsi per pensare alla luce come elemento che può aiutarci a “illuminare” la riflessione anche sul nostro posto nell’universo. Perché essere illuminati significa assorbire nuove informazioni sul mondo anche al di fuori delle nostre limitate conoscenze. Davide Livermore, regista teatrale visionario, nella lunga intervista che ci ha concesso, racconta la luce come narrazione allo stato puro e parla della sua libertà creativa che nasce dalla contaminazione tra antico e contemporaneo. La luce è storia antica, mito, scienza, eppure ne siamo circondati ogni giorno, ovunque.
È un elemento quotidiano che regola le nostre vite e ci connette a un’esperienza condivisa. Una visione “illuminata” della luce emerge forte nella bellissima copertina che il designer, artista e progettista poliedrico Fabio Novembre ha disegnato per questo numero di LUCE e nell’intervista dove racconta i suoi progetti di luce, tra i quali quello che sta realizzando per il reparto pediatrico del nuovo Policlinico di Milano. Mentre la tecnologia dell’illuminazione artificiale sta facendo passi da gigante dobbiamo stare attenti a non perdere la nostra sensibilità innata verso la luce naturale. Un elemento che, sempre di più, deve ritornare protagonista nella progettazione. Abbiamo incontrato l’architetto Mario Cucinella che ci parla del rapporto fondamentale che l’architettura deve avere con la luce sia naturale che artificiale, perché incide direttamente sull’aspetto emotivo e psicologico delle persone e non solo. La luce artificiale, infatti, deve concorrere alla narrazione del rapporto umano con gli elementi naturali, l’universo vegetale e animale, perché ha un ruolo fondamentale nel regolare i tempi dell’attività biologica di tutti gli esseri viventi con un forte impatto sull’eco sistema che spazia dall’interferenza con i livelli ormonali alle modificazioni dei cicli produttivi, dai cambiamenti delle attività quotidiane fino alla vulnerabilità di tante specie rispetto ai predatori. Affrontiamo questi argomenti all’interno dello speciale Luce e Natura con un articolo di approfondimento sullo stato dell’arte delle ricerche e un’intervista all’ornitologo Lorenzo Fornasari. All’interno dello speciale la natura viene raccontata anche attraverso progetti artistici e installazioni, perché “l’arte è un potente mezzo per parlare all’uomo di ecologia e ambiente” per usare le parole dell’artista Rodolfo Lacquaniti. Tematiche molto importanti per la rivista che, da questo numero, esce con una carta certificata con il marchio FSC che ne attesta il processo di produzione sostenibile. Una “buona pratica” per far comprendere quanto il nostro comportamento rappresenti lo strumento più efficace per veicolare messaggi e modelli.
Dietro la luce non c’è solo la cultura del progetto, ma ci sono anche tante storie imprenditoriali fatte di persone, di passione e di voglia di fare. Da poco si è conclusa l’edizione 2024 di Lighting + Building dove sono ritornati tanti espositori provenienti da tutte le parti del mondo e numerosi visitatori e fra poco si svolgerà il Salone del Mobile. Occasioni per ritrovarsi con tanti amici, ma soprattutto di condivisione e confronto dove emerge l’importanza della cooperazione e collaborazione tra l’industria e la ricerca che si traduce in prodotti sempre più innovativi e performanti. Nelle fiere internazionali si respira sempre un’aria molto elettrizzante come il claim “Be electrified” che ha caratterizzato quest’ultima edizione di Lighting + Building. Si percepisce come la luce sia uno dei pochi elementi che possa sfuggire ai confini territoriali e al possesso privato. Perché la luce è, come l’aria, democraticamente accessibile a tutti.
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