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Veduta della mostra. Photo Ela Bialkowska

’60 POP ART ITALIA Uno speciale viaggio che la illustra attraverso l’analisi di vari territori italiani

By Federica Capoduri
Pubblicato il
Maggio 2024

Fino al 14 luglio 2024, a Pistoia, Palazzo Buontalenti ospita la grande mostra – curata da Walter Guadagnini – dove sono esposte 70 opere che ricostruiscono le vicende della Pop Art in Italia, attraverso i suoi maggiori esponenti, tra cui Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Mimmo Rotella, Mario Ceroli, Pino Pascali, Fabio Mauri, Jannis Kounellis, Renato Mambor, Titina Maselli, Giosetta Fioroni, Laura Grisi, Enrico Baj, Valerio Adami, Emilio Tadini, Michelangelo Pistoletto, Ugo Nespolo, Piero Gilardi, Concetto Pozzati, Roberto Barni, Umberto Buscioni, Adolfo Natalini e Gianni Ruffi.

Veduta della mostra. Photo Ela Bialkowska
Veduta della mostra. Photo Ela Bialkowska

Il percorso espositivo

Il percorso espositivo – con prestigiosi prestiti dalla Galleria d’Arte Moderna di Palermo, la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, il Mart di Trento e Rovereto, i Musei Civici Fiorentini, la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e collezioni private – si configura come un viaggio nei principali centri d’irradiazione italiani; questa corrente metropolitana, nata a Londra nel 1956 e sviluppatasi in contemporanea nei grandi centri urbani dove la società dei consumi e delle comunicazioni di massa si manifesta in maniera più evidente, giunge a New York, a Los Angeles e quindi in Europa, al punto da divenire la principale espressione artistica degli anni Sessanta del secolo scorso.

Veduta della mostra. Photo Ela Bialkowska
Veduta della mostra. Photo Ela Bialkowska

Ora, a distanza di sessant’anni, vale forse la pena tentare di fare il punto sul contesto nazionale, artistico e non solo, all’interno del quale quell’evento è caduto” spiega Guadagnini, “poiché esso ha rappresentato la sintesi plastica di un clima culturale tra i più vivaci e propositivi della seconda metà del secolo, che si è sviluppato lungo tutto il decennio attraverso l’intera penisola, aprendo su un futuro ancora immaginabile e possibile a partire dalle azioni del presente”.

Viaggio in Italia: TORINO, MILANO, FIRENZE, BOLOGNA, GENOVA, PALERMO

Veduta della mostra. Photo Ela Bialkowska

Un itinerario tra quelle città – Roma, Milano, Torino, Venezia, Palermo e Pistoia – che, attraverso una serie di connessioni, hanno recepito i temi e i linguaggi della società moderna creando un terreno fertile per la diffusione della Pop Art.

Un periodo di straordinaria vivacità e ricchezza creativa grazie agli artisti che hanno guardato alla scena internazionale, all’attività delle gallerie private, dei critici d’arte che hanno intessuto i rapporti tra l’Italia e il resto del mondo, dei collezionisti, delle riviste e delle istituzioni pubbliche che hanno saputo cogliere le novità e dare loro il giusto rilievo.

VENEZIA: la Biennale e il mito americano

Il viaggio prende avvio da Venezia, con la storica Biennale d’Arte del 1964, che ospita quattro artisti americani che anticipano la Pop Art: Robert Rauschenberg, Jasper Johns, Jim Dine e Claes Oldenburg.

ROMA: una nuova generazione

Un’ampia sezione si focalizza su Roma, il principale centro artistico nazionale di quegli anni, dove raggruppati nella “Scuola di Piazza del Popolo”, così chiamata in onore del Caffè Rosati e della Galleria La Tartaruga, situati nei pressi della piazza, troviamo Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Mimmo Rotella, Mario Ceroli, Pino Pascali, Fabio Mauri, Jannis Kounellis, Titina Maselli, Giosetta Fioroni, Laura Grisi e altri ancora, sostenuti da galleristi quali Plinio de Martiis e Giuseppe Liverani, o da intellettuali quali Alberto Moravia e Goffredo Parise.

Fabio Mauri, Senza titolo, 1968, acrilico su tela emulsionata, cm 89 x 110. Courtesy: Collezione Alessandro Pasotti e Fabrizio Padovani, Bologna. Photo Carlo Favero

La Scuola di PISTOIA

La sezione presenta opere di quattro autori, Roberto Barni, Umberto Buscioni, Adolfo Natalini e Gianni Ruffi. Quello di Pistoia è un caso unico nel panorama artistico degli anni Sessanta. Muovendo dal piccolo capoluogo di provincia questi artisti sono in grado di dialogare, ciascuno con un proprio linguaggio personale e caratterizzato, con le forze più innovative della ricerca artistica del periodo e di fornire una precisa e riconoscibile interpretazione della Pop Art.

Gianni Ruffi, Riposo, 1965, tempera su legno ritagliato, cm 95 x 75 x 5. Collezione dell’artista, Archivio Aurelio Amendola

TORINO

L’itinerario continua a Torino, dove le gallerie Il Punto e Sperone, in collaborazione con la galleria Sonnanbend di New York e Parigi, introducono in Italia i lavori di Andy Warhol, Roy Lichtenstein e Robert Rauschenberg. In questo clima crescono ed espongono autori come Michelangelo Pistoletto e Piero Gilardi, due personalità che saranno presto protagoniste del fenomeno artistico dell’Arte povera nato proprio a Torino, oltre ad Aldo Mondino e Ugo Nespolo che rappresentano invece una versione particolarmente ironica e giocosa del linguaggio pop che mischia riferimenti alla tradizione artistica moderna con i più popolari giochi enigmistici e puzzle.

MILANO

Milano, punto di riferimento per la modernizzazione del Paese, anche in ambito artistico, vede affermarsi una versione della Pop Art più prossima al Nouveau Réalisme francese e, in seguito, anche per l’azione della Galleria Milano e dello Studio Marconi, un’altra d’ispirazione londinese, con autori quali Valerio Adami, Lucio Del Pezzo, Emilio Tadini. A questi si aggiunge Enrico Baj che, unendo gusto kitsch a raffinate citazioni, riesce a creare un collegamento tra dadaismo, surrealismo e Pop Art.

Enrico Baj, La mondana con gli ultracorpi, 1959, olio, collage, ovatta, vetri, passamaneria su tela ready-made, cm 92 x 73. Collezione privata, Courtesy Gió Marconi, Milano

FIRENZE, BOLOGNA e GENOVA

Questo tour lungo la Penisola, che tocca realtà come Firenze, Bologna e Genova con autori quali Alberto Moretti, Roberto Malquori, Elio Marchegiani, Concetto Pozzati, Plinio Mesciulam, giunge infine a Palermo dove, a fronte di una situazione sociale complessa, si assiste alla formazione di una scena culturale vivacissima. Animatore di queste vicende è il musicologo Antonio Titone che per alcuni anni si dedica alla pittura con opere dal linguaggio pop particolarmente originali.

 

Ultima sezione: THE END

La rassegna si completa con l’ultima sezione dove s’incontrano due figure icona della Pop Art inglese e statunitense: Richard Hamilton e Andy Warhol.

Oltre a consigliare la visita della mostra, la redazione di LUCE segnala gli interessanti incontri:

– Sabato 11 maggio, ore 18, Palazzo de’ Rossi, Pistoia
QUESTIONE DI GENERE: LE DONNE E LE ARTI DEL 20° SECOLO
Conversazione con:
Raffaella Perna, docente di Storia dell’arte contemporanea, La Sapienza Università di Roma
Chiara Alessi, autrice, curatrice collana OILÀ di Electa
Monica Preti, direttrice Fondazione Pistoia Musei

– Giovedì 16 maggio, ore 18, Palazzo de’ Rossi, Pistoia
DA PIAZZETTA (ROMANA) CON FURORE: LA POP ART DELLA SCUOLA DI PISTOIA
Conversazione con:
Marco Bazzini, docente di Storia dell’arte, Accademia di Belle Arti di Urbino
Roberto Barni, artista
Gianni Ruffi, artista
Annamaria Iacuzzi, conservatrice Collezioni del Novecento, Fondazione Pistoia Musei

 

’60 POP ART ITALIA

Pistoia, Palazzo Buontalenti

16 marzo – 14 luglio 2024

catalogo Electa

www.pistoiamusei.it

AUTHOR

Federica Capoduri

Laurea in Disegno Industriale alla Facoltà di Architettura di Firenze. Si interessa al mondo editoriale scrivendo di design e architettura curando articoli e interviste a professionisti italiani e internazionali. Dal 2013 è membro del team di ricerca del Laboratorio MD del Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara. Giornalista, dal 2017 collabora a LUCE.

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