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Veduta del Padiglione Italia alle Tese delle Vergini. Padiglione Italia 18. Mostra Internazionale di architettura – La Biennale di Venezia. Photo © DSL Studio Delfino Sisto Legnani; Courtesy of © Fosbury Architecture

Superare i limiti della progettualità. Fosbury Architecture: installazioni e architettura tra ricerca e pragmatismo

By Stefania Dalla Torre
Pubblicato il
Luglio 2024

Accogliere le sfide del futuro e creare sinergie tra progetto artefatto, costruito, persone e luoghi. Con i suoi interventi site–specific per riflettere sulla contemporaneità, Fosbury Architecture, il collettivo di progettisti under 40, supera l’idea dell’architetto-autore e ha curato nel 2023 il Padiglione Italia alla 18. Mostra Internazionale di Architettura – la Biennale di Venezia.

In linea con le nuove generazioni di architetti che contro ogni disillusione si riconoscono in un “movimento”, il gruppo curatoriale Fosbury Architecture ha curato il Padiglione Italia dal titolo Spaziale – Ognuno appartiene a tutti gli altri alla 18. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Veduta del Padiglione Italia alle Tese delle Vergini. Padiglione Italia 18. Mostra Internazionale di architettura – La Biennale di Venezia. Photo © DSL Studio Delfino Sisto Legnani; Courtesy of © Fosbury Architecture
Veduta del Padiglione Italia alle Tese delle Vergini. Padiglione Italia 18. Mostra Internazionale di architettura – La Biennale di Venezia. Photo © DSL Studio Delfino Sisto Legnani; Courtesy of © Fosbury Architecture

Il collettivo

Fosbury Architecture è un collettivo di progettazione e ricerca fondato nel 2013 a Milano da Giacomo Ardesio, Alessandro Bonizzoni, Nicola Campri, Claudia Mainardi e Veronica Caprino. Con l’esperienza acquisita attraverso precedenti allestimenti, Fosbury Architecture ha partecipato a diverse Biennali di Architettura europee e internazionali tra cui: Lisbona (2019), Versailles (2019), Chicago (2017), Venezia (2016), è stato premiato con una menzione al TYoung Prize 2021 al Centro Pecci di Prato e ha curato la pubblicazione Incompiuto. La nascita di uno Stile (2018) sostenuta da MIBACT e premiata con una menzione d’onore per il Compasso d’Oro 2020.

Collaborazione, condivisione e dialogo sono alla base delle attività progettuali che includono la consapevolezza di doversi confrontare con questioni importanti come la crisi energetica, economica e sanitaria, l’impatto nel settore delle costruzioni e nell’ambiente, le trasformazioni territoriali e nuovi mutevoli scenari della crisi globale. Consapevolezza che porta di conseguenza a riflettere su altre tematiche come la sostenibilità ambientale, la scarsità di risorse e quindi a ricercare nuove opportunità di crescita.

Fosbury Architecture considera la possibilità di espandere le caratteristiche classiche dell’architettura e del progetto, adottando una metodologia progettuale che va oltre i suoi stessi limiti, ovvero il manufatto è interpretato come un mezzo per esprimersi, comunicare idee, costruito con il supporto di una ricerca multidisciplinare che non tende solo al “prodotto finito” bensì crea risorse, collaborazioni, nuovi riferimenti spaziali dove per “spazio” si intende lo “spazio astratto” in cui “la dimensione espansa dell’architettura” diventa il campo operativo per creare connessioni, relazioni tra persone, luoghi, architetture e visioni. Pensare con creatività e realizzare con praticità con la consapevolezza che i confini possono essere superati con il tempo.

Veduta del Padiglione Italia alle Tese delle Vergini. Padiglione Italia 18. Mostra Internazionale di architettura – La Biennale di Venezia. Photo © DSL Studio Delfino Sisto Legnani; Courtesy of © Fosbury Architecture
Veduta del Padiglione Italia alle Tese delle Vergini. Padiglione Italia 18. Mostra Internazionale di architettura – La Biennale di Venezia. Photo © DSL Studio Delfino Sisto Legnani; Courtesy of © Fosbury Architecture

Il Padiglione Italia

Il Padiglione Italia è stato concepito come un insieme di collaborazioni tra nove architetti o gruppi di architetti italiani under 40 che rappresentano ricerche originali, attivi in Italia o all’estero, e nove stazioni o luoghi individuati sul territorio italiano, simbolo di condizioni di fragilità territoriale e in trasformazione. Le stazioni scelte sono: Baia di Ieranto (Massa Lubrense, Napoli) Campania, Belmonte Calabro (Cosenza) Calabria, Librino (Catania) Sicilia, Cabras (Oristano) Sardegna, Prato-Pistoia Toscana, Ripa Teatina (Chieti) Abruzzo, Taranto Puglia, Terraferma Veneziana Veneto, Trieste Friuli-Venezia Giulia.

Non solo Venezia, ma tutto il territorio del Paese è presente nel progetto. Un “progetto pioniere”, un insieme di relazioni e sinergie che hanno contribuito alla definizione articolata della realtà e in cui hanno partecipato anche artisti, performer, scrittori e registi, esperti di vari settori e consulenti. Nove advisor nominati per ogni singolo luogo dialogano con i progettisti. L’esposizione si suddivide in tre momenti principali: Spaziale presenta, Spaziale: Ognuno appartiene a tutti gli altri e Spaziale. Il primo è pensato come un “osservatorio” con interventi site-specific, il secondo si presenta come la sintesi teorica dei processi, il terzo è l’archivio aperto destinato a diventare una piattaforma permanente e che documenta nel tempo tutte le attività locali, il programma pubblico ufficiale.

Un progetto complesso proiettato nel futuro che sa guardare nella direzione opposta a quella consueta e che fa intravedere nuove prospettive di crescita, di riqualificazione ambientale, altre chance progettuali. Un percorso di conoscenza del territorio e dei suoi abitanti, un Viaggio in Italia dove l’architettura è rappresentata nel suo valore più ampio possibile e che conduce il visitatore a riflettere sulle questioni aperte da affrontare: la transizione ecologica, l’etica, la possibile trasformazione tecnologica nonostante la scarsità di risorse e di opportunità.

Veduta del Padiglione Italia alle Tese delle Vergini. Padiglione Italia 18. Mostra Internazionale di architettura – La Biennale di Venezia. Photo © DSL Studio Delfino Sisto Legnani; Courtesy of © Fosbury Architecture
Veduta del Padiglione Italia alle Tese delle Vergini. Padiglione Italia 18. Mostra Internazionale di architettura – La Biennale di Venezia. Photo © DSL Studio Delfino Sisto Legnani; Courtesy of © Fosbury Architecture

Oltre il progetto

Veduta dell’installazione Ducato Prize 2023. Photo © Flavio Pescatori; Courtesy of © Fosbury Architecture

L’auspicio di Fosbury Architecture è riuscire a realizzare l’idea di una concreta “dimensione collettiva” del progetto, costruito con lucidità, meticolosità e pragmatismo. Mettere in evidenza le fragilità e le difficoltà non sempre è uno svantaggio, come i membri del collettivo hanno dimostrato: ciò che se ne ricava non è la negazione del problema, ma anzi fa emergere risorse impensabili presenti di ogni collettività come lo sforzo condiviso al miglioramento, il senso di appartenenza ai luoghi e alla comunità in cui ci si trova a vivere, agire, collaborare. Credono (non a torto) che le azioni individuali comportano altrettante azioni e reazioni individuali, ma anche sociali, siamo nell’era dove tutto è interconnesso, condiviso tra molti e forse siamo già in quello spazio dove “tutti appartengono a tutti”.

Lontani dall’essere autoreferenziali, i Fosbury Architecture affermano che “i dati non producono empatia”, consci delle problematiche attuali in un momento storico di crisi diffusa, affrontano pubblicamente l’insoddisfazione legata al lavoro e alla bassa redditività della professione di architetto.

Tuttavia, anche nei momenti peggiori di crisi possiamo trovare una via d’uscita così come ci ricorda lo scienziato e fisico Albert Einstein: “Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze”.

Tra i progetti recenti del collettivo milanese ricordiamo Ducato Prize 2023 a Piacenza e KUBO nell’isola di Ortigia (la parte più antica della città di Siracusa) del 2022. L’illuminazione è presente e pensata come parte integrante del progetto. Ducato Prize è un osservatorio sulle individualità artistiche nazionali e internazionali che ricercano e lavorano su tematiche significative del contemporaneo. La mostra, a cura di Giacomo Pigliapoco e allestita nella Chiesa di Sant’Agostino a Piacenza (attuale sede di Volumnia), presentava le opere dei dieci artisti finalisti selezionati.

I materiali dell’allestimento erano principalmente due: una pellicola in materiale plastico e blocchi in cemento cellulare alleggerito, entrambi riciclabili e riutilizzabili. Il percorso espositivo si snodava all’interno del manufatto architettonico storico tra le navate illuminate. La luce si rifletteva sulla pellicola lucida di colore bianco e contribuiva a valorizzare e mettere in risalto le opere d’arte in mostra.

Veduta dell’installazione Ducato Prize 2023. Photo © Flavio Pescatori; Courtesy of © Fosbury Architecture
Veduta dell’installazione Ducato Prize 2023. Photo © Flavio Pescatori; Courtesy of © Fosbury Architecture

Realizzato nella campagna siracusana, KUBO era una struttura in acciaio leggero a forma cubica, pensata per l’evento Ortigia Sound System. Un grande telo riflettente svelava le caratteristiche progettuali apparentemente opposte: provvisorietà del contenitore-opera e forma monolitica leggera, esuberanza e semplicità strutturale. La cabina del DJ sembrava avvolta da una “gabbia” di luce, una “scatola cinetica” con possibilità di trasformarsi e assumere varie forme durante l’evento, un’architettura scenografica di luce, colore e musica.

KUBO. Ortigia Sound System Siracusa 2022. Photo © Bianca Burgo; Courtesy Ortigia Sound System, Program dj booth; Courtesy of © Fosbury Architecture
KUBO. Ortigia Sound System Siracusa 2022. Photo © Bianca Burgo; Courtesy Ortigia Sound System, Program dj booth; Courtesy of © Fosbury Architecture

AUTHOR

Stefania Dalla Torre

Stefania Dalla Torre è architetto laureata al Politecnico di Milano. Progettista e consulente professionale per aziende, studi e società di ingegneria nel settore architettonico e illuminotecnico. Scrive e collabora con LUCE dal 1999. Sviluppa e sperimenta tematiche sulla luce e colore esponendo composizioni e progetti in spazi pubblici e gallerie d’arte

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