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Eccellenza, passione e dedizione premiate a Milano. La quarta edizione del Premio Luce di AIDI
By Cristina Ferrari
Pubblicato il
Dicembre 2024
INDICE
Venerdì 13 dicembre a Milano, nella straordinaria cornice del Museo Poldi Pezzoli, si è svolta la quarta edizione del Premio Luce, promosso da AIDI – Associazione Italiana di Illuminazione.
Il 13 dicembre è anche il giorno di Santa Lucia, la Santa che ci invita ad accogliere e festeggiare la luce nella nostra esistenza, a non darla per scontata, e AIDI non poteva scegliere giornata migliore per festeggiare la luce e i suoi protagonisti, come ha ricordato Mariella Di Rao, direttore della rivista LUCE, media partner dell’evento.
La serata è iniziata con i saluti di Laura Bellia, presidente AIDI, che ha evidenziato come sia importante promuovere la cultura della luce anche perché il Premio Luce è un riconoscimento per professionisti che con la loro passione e professionalità hanno dato un grande contributo al mondo dell’illuminazione e della cultura più in generale. Una passione e un entusiasmo che devono essere un esempio importante anche per i tanti giovani che oggi vogliono avvicinarsi a questo settore. E ai giovani sia AIDI che LUCE riservano particolare attenzione, anche con iniziative come la premiazione delle migliori tesi tra quelle che sono state inviare all’Associazione e che poi verranno pubblicate nel corso dell’anno sulla rivista LUCE. L’evento è anche un’occasione per conoscere le nuove generazioni e per creare network.
La presidente ha parlato del ruolo di AIDI e del suo impegno nel diffondere la cultura della luce che, in particolare in questo 2024, ha affrontato i temi di “Luce e città”, “Luce e natura”, “Luce e salute” e “Luce e beni culturali”, già presentati nel XXI Congresso Nazionale di giugno, gli stessi pubblicati da LUCE negli Speciali, a testimonianza della sinergia tra la rivista e l’Associazione stessa. Per perseguire la sua missione, AIDI ha anche preso parte a fiere, talk, convegni e a tavoli tecnici e normativi con gli Enti, come ad es. il tavolo sulla normativa UNI che certifica la figura professionale del Lighting Designer (insieme, tra gli altri, ad APIL – Associazione Professionisti dell’Illuminazione e AILD – Associazione Italiana Lighting Design) e quello sul regolamento regionale della Regione Lombardia in materia di inquinamento luminoso (con, tra gli altri, ASSIL – Associazione Nazionale Produttori Illuminazione e CieloBuio). La partecipazione di AIDI insieme a queste Associazioni ha inoltre permesso di creare ulteriore sinergia e coesione con le stesse. AIDI, infatti, non è “di parte”, ma racchiude in sé tutte le realtà del mondo della luce.
Il futuro di AIDI
Per quanto riguarda i rapporti con le Pubbliche Amministrazioni, AIDI ha promosso il progetto Italia in Luce, un ciclo di incontri gratuiti che si sposterà in diverse città in tutta Italia, rivolto alle PA e dedicato ai temi più importanti e attuali dell’illuminazione per offrire strumenti di conoscenza aggiornati e innovativi, per informare e formare grazie al contributo di esperti e di professionisti. Il progetto, ideato da Luca Rufolo (membro del Consiglio Direttivo AIDI) e coordinato da Gian Paolo Roscio (ex presidente AIDI), partirà nel 2025 con 7 tappe (altre 7 sono previste nel 2026). La prima tappa sarà in Emilia Romagna, regione di cui la presidente ha ringraziato i rappresentanti della Sezione Territoriale, sottolineando anche che tali Sezioni rappresentano una risorsa fondamentale per AIDI perché ne promuovono gli obiettivi e le attività sul territorio nazionale.
Laura Bellia ha concluso ribadendo come per il futuro sarà necessario rafforzate i rapporti con le altre Associazioni, attraverso tavoli di lavoro, e continuare a investire sui giovani, anche grazie alla pagina del sito dedicata a loro e a chi si occupa di loro, diventata una “vivaio” con opportunità di network tra loro e con le aziende.
Il Museo Poldi Pezzoli
Parlando di cultura della luce, per il Premio Luce, come ha quindi spiegato Mariella Di Rao, non era possibile non scegliere anche per questa edizione un luogo importante per la cultura, e non solo per Milano, un’eccellenza che racchiude tesori e capolavori come il Palazzo Poldi Pezzoli, palazzo storico ricostruito dopo le devastazioni della Seconda Guerra Mondiale grazie all’amore e ai fondi dei cittadini. E anche molto ben illuminato, grazie a un progetto dall’ingegnere e light designer Pietro Palladino, un lavoro complesso che è durato 5 anni, ma che può ben rappresentare un esempio di come la luce, quando è ben progettata e di qualità, diventa un elemento fondamentale per valorizzare gli spazi museali e farne comprendere meglio le opere che vi sono contenute. Argomento trattato anche nello Speciale del numero di LUCE di dicembre, dedicato al ruolo della luce nella valorizzazione e conservazione delle opere d’arte.
I premi e i riconoscimenti
L’arte, la light art e il ruolo della luce nell’arte sono temi cari a LUCE che svolge anche un costante lavoro di scouting di nuovi artisti. Per questo la direttrice ha ringraziato in particolare Jacqueline Ceresoli, critica d’arte e collaboratrice storica della rivista, per il suo supporto nell’individuare un artista che possa disegnare la pergamena per il Premio Luce. Quest’anno è stata scelta Alice Zanin, giovane artista appassionata di natura e ambiente che sperimenta diversi mezzi espressivi, fra cui anche il disegno, fino a scegliere di concentrarsi quasi esclusivamente sulla tecnica della cartapesta, materiale versatile che le regala una grande libertà creativa, con cui realizza raffinate e surreali sculture di animali. Sulle pergamene sono state disegnate lumache di mare che si legano alla tematica della luce in quanto, come spiegato dalla stessa Alice Zanin, questi molluschi sono in grado di effettuare la fotosintesi clorofilliana.
Mariella Di Rao ha quindi ringraziato l’architetto Pietro Castiglioni che ha disegnato con creatività e ironica la copertina del numero di dicembre della rivista.
Per la consegna delle targhe e delle pergamene sono stati chiamati sul palco la presidente Laura Bellia e il vicepresidente Raffaele Bonardi.
Il Riconoscimento Speciale 2024 è stato assegnato ad Aldo Bigatti, consigliere di AIDI dal 1994 al 2022, “per il tempo, l’energia, la passione, la sua importante esperienza come manager e professionista della luce”, che a sua volta ha sottolineato come l’entusiasmo sia fondamentale, in quanto senza non è possibile lavorare.
Sono state quindi consegnate le targhe: per i 50 anni di presenza all’interno di AIDI a FAEL SPA, ritirata da Luciano Giuseppe Parravicini, presidente del CDA, per i 40 anni di vita associativa al progettista Piermichele Gallo, per i 30 anni ad ASSIL, ritirata da Andrea Solzi, direttore generale dell’Associazione, a Performance in Lighting, ritirata da Nicola Fasoli, R&D Leader Business Unit Lighting e al progettista Riccardo Fibbi. La targa per i 25 anni di vita associativa è stata invece consegnata all’architetto Giorgina Castiglioni.
Momento clou della serata è stato l’assegnazione del Premio alla Carriera e del Premio Menzione Speciale, consegnati dalla presidente e dal segretario generale Alvaro Andorlini.
Il Premio Luce alla Carriera è stato conferito a Carlotta de Bevilacqua, presidente e CEO di Artemide, come “imprenditrice, architetto, designer, docente che ben rappresenta e sintetizza nella sua lunga carriera professionale tutti gli ambiti professionali della luce. La sua curiosità e amore per la natura e l’ambiente oltre che per l’elemento luce, l’hanno portata a sviluppare un importante percorso di ricerca introducendo prospettive tecnologiche e di design innovative anche in termini di sostenibilità ambientale. Un esempio di imprenditoria illuminata che contribuisce in modo molto importante alla diffusione dei valori del nostro made in Italy in tutto il mondo”. Carlotta de Bevilacqua è “un’imprenditrice globale come ama definirsi … è un’imprenditrice curiosa, appassionata del suo lavoro che ama sperimentare e questo l’ha portata a realizzare molti prodotti di innovazione riconosciuti con numerosi brevetti e premi. E il pensiero che è alla base del successo dei suoi prodotti è caratterizzato dalla fusione tra umanesimo, scienza, ambiente”. Pensiero che ha portato alla nascita dei suoi progetti, in quanto, come ricordato dalla stessa de Bevilacqua, la luce è, insieme ad acqua e aria, uno degli elementi fondamentali, senza di loro non c’è vita. Dietro c’è tutta la cultura del progetto, e per aprire nuove frontiere del futuro bisogna essere rigorosi nel sapere, ma anche entusiasti e avere un sogno. Così come quando si fa una scelta bisogna essere coerenti, bisogna studiare molto e avere un grande impegno nel conoscere e un grande interesse (umanistico e sociologico): questo è il messaggio di Carlotta de Bevilacqua ai giovani, sui quali ha sempre investito. Alla domanda a quale lampada è particolarmente affezionata, ha indicato la Discovery, ultimo progetto di suo marito Ernesto Gismondi, una lampada che diventa parte dello spazio, in qualsiasi posizione la si metta, e, da spenta, è trasparente.
Vincitore del Premio Menzione Speciale dell’edizione 2024 è stato Alberto Barbera, direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (Venezia), “per la passione che caratterizza la sua lunga carriera al servizio del cinema contribuendo in modo importante a sviluppare e diffondere soprattutto tra i giovani la cultura e la magia del mondo del cinema, dove la luce ha un ruolo fondamentale perché ne rappresenta un potente ed efficace linguaggio narrativo”.
L’attenzione ai giovani
L’attenzione di AIDI ai giovani, futuro del mondo della luce, si concretizza anche con il Premio Mario Bonomo, iniziativa volta a creare delle opportunità di visibilità, a iniziare dalla tesi di laurea che è il primo step di un passaggio dal mondo dell’Università a quello del lavoro.
Per questa edizione 2024 il premio è stato vinto da Sara Collivasone e Alberto Gremo, laureati al Politecnico di Torino con la tesi Daylighting and electric lighting strategies for the Gallery of the Kings and the Temple of Ellesija of the Egyptian Museum of Turin che “si distingue per l’accurata analisi dell’illuminazione dell’ambiente espositivo del Museo Egizio di Torino, dimostrando una profonda comprensione delle esigenze museali e delle tecniche di illuminazione. È stata posta grande attenzione al consumo energetico e ai materiali utilizzati, offrendo soluzioni sostenibili e innovative.
La volontà di considerare anche il contributo della luce naturale è un elemento originale e di grande valore, che non solo contribuisce al ridurre i consumi ma arricchisce l’esperienza dei visitatori e valorizza ulteriormente le opere esposte. L’estensiva e scientificamente accurata analisi del caso di studio definisce un metodo di lavoro che dovrebbe ‘fare scuola’ ed essere sempre applicato a contesti similari. La capacità di mantenere il giusto equilibrio fra innovazione e rispetto del patrimonio culturale dimostra che è possibile raggiungere risultati importanti senza ricorrere a elementi progettuali eccessivi o fuori luogo”.
Secondi classificati ex equo Francesco Ciceri, laureato al Politecnico di Milano con la tesi Curare il Buio: analisi e progettazione di luci e colori per il benessere nelle malattie neurodegenerative, e Giorgia De Rose, laureata all’Università La Sapienza di Roma con la tesi Cappella Capece Minutolo di Napoli, due tesi “che si sono distinte per l’originalità dell’approccio progettuale applicato: le note di merito vanno al rigore metodologico seguito da entrambi i vincitori che hanno curato nel dettaglio il progetto illuminotecnico in ambienti particolari. Gli aspetti multidisciplinari del progetto applicato a un contesto ospedaliero, nel primo caso, e l’analisi degli effetti della luce su beni storico-culturali nel secondo sono gli elementi che hanno fatto emergere il valore di queste tesi”.
Infine, il terzo premio è andato ad Alice Luppi, laureata al Politecnico di Torino con la tesi Evoluzione e impatto dell’Integrative Lighting sulla pratica progettuale: da una sistematizzazione dei metodi di ricerca a un’applicazione su un caso di studio che “si è distinta per l’originale applicazione di tecniche di Integrative Lighting che lascia spazio, ancora una volta, all’importanza del connubio perfetto tra luce naturale e artificiale. L’efficacia del metodo proposto è particolarmente interessante quando viene applicata a luoghi di lavoro, come nel caso in esame”.
Sono tesi relative a diversi argomenti e di studenti di diverse Università, testimonianza del futuro della luce. Un abstract di queste tesi verrà pubblicato nel corso del 2025 su LUCE, nella rubrica dedicata ai giovani.
L’evento ha visto la partecipazione di circa 100 ospiti, esponenti di tutte le realtà collegate al mondo della luce, aziende, università oltre che, naturalmente, i soci di AIDI, ed è stato un’occasione per ricordare i loro impegno e, soprattutto, per ringraziarli e augurare a tutti un luminoso 2026.
Gli sponsor
Sponsor Main: a2a Illuminazione Pubblica, Cariboni Group, Edison Next
Sponsor Gold: Areti, City Green Light, Iren, Signify
Sponsor Silver: GDS Lighting, GMR ENLIGHTS, Helvar, Lorelux, Lumeitalia, NERI SpA, Revetec, Schréder, Tea Reteluce, Umpi
Media partner: LUCE
AUTHOR
Cristina Ferrari
Laureata con lode in lettere classiche all’Università degli Studi di Verona, con tesi in archeologia, è giornalista pubblicista dal 2012 e collabora a diverse testate tra cui Archeo, Medioevo, LUCE
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