Editoriali
Editoriale LUCE 350 – Luce e arte: un legame indissolubile
By Mariella Di Rao
Pubblicato il
Dicembre 2024
INDICE
Ho da poco rivisto One from the Hear il famoso film del grande regista Francis Ford Coppola del 1982 dove c’è questa battuta: “Lo sai cos’è che non va in America? La luce. È tutto stagnola, tutto finto, tutto fasullo… Non c’è niente di vero”. Una frase che mi colpisce molto non solo da un punto di vista squisitamente cinematografico, ma anche e soprattutto perché ci porta a riflettere sulle emozioni potenti che questo elemento può scatenare nella percezione degli spazi, degli ambienti, degli oggetti da parte di ciascuno di noi.
La riflessione del rapporto tra la luce e la percezione ci conduce direttamente all’arte, dove l’elemento luminoso svolge un ruolo fondamentale. La luce rende infatti possibile la percezione tridimensionale, crea giochi chiaroscurali che esaltano o annullano la modellazione dei volumi. Con la sua ampiezza e potenza realizza illuminazioni diffuse o concentrate, violente o delicate che attribuiscono un carattere espressivo all’ambiente o all’opera. E con le sue dominanti cromatiche (calde nelle luci naturali, fredde in quelle artificiali) cambia radicalmente la percezione dei colori. Con la luce hanno giocato tantissimi artisti, soprattutto nel Seicento, a cominciare da Caravaggio e da Rubens, passando per Mattia Preti e Orazio Gentileschi. Nell’Ottocento gli impressionisti la studiano a fondo e, non a caso, Claude Monet, di cui parliamo in questo numero, è considerato il pittore della luce. E ciò avviene non solo nella pittura, ma anche nell’architettura. Pensiamo a quella gotica dove la verticalità e la leggerezza delle strutture dialogano intensamente con sorgenti luminose di vaste dimensioni, quali finestre e rosoni, e di ricche gamme cromatiche, come le vetrate colorate.
Un patrimonio di opere d’arte che caratterizza tutto il nostro Paese, un’eredità preziosa che proprio attraverso l’elemento luminoso possiamo valorizzare e conservare. Una sfida non da poco se pensiamo che la luce, sia naturale che artificiale se non ben utilizzata e indirizzata, può portare al deterioramento delle opere stesse. Non è sufficiente, infatti, illuminare gli oggetti nel modo più efficace ed esteticamente migliore, ma è necessario farlo nel pieno rispetto della conservazione, soprattutto se in presenza di superfici fotosensibili. Per queste ragioni abbiamo dedicato all’argomento lo Speciale di questo numero, con l’obiettivo di fare un po’ più chiarezza con i contributi di docenti, ricercatori, progettisti ed esperti, al fine di approfondire la conoscenza di innovative tecnologie e metodologie di utilizzo dell’illuminazione dei diversi ambienti museali. Un tema che ritroviamo anche nella tesi di uno studente dell’Università Federico II di Napoli realizzata in collaborazione con l’Università di Siviglia e nell’intervista ad Angelo Crespi, nuovo direttore della Pinacoteca di Brera di Milano. Questo è l’ultimo numero del 2024 e sono molto contenta di chiudere l’anno con la bellissima copertina disegnata per LUCE dal Maestro Piero Castiglioni, dei massimi esponenti mondiali del lighting design che ha ben sintetizzato il suo modo di interpretare l’elemento luminoso: ironico, giocoso, elegante e mai banale.
Chiudo l’editoriale con un’anticipazione: il sistema editoriale LUCE si amplia con la pubblicazione di podcast dove si approfondiranno, attraverso interviste e racconti, argomenti che già all’interno di ciascun numero della rivista e della testata on line LUCEweb affrontiamo con un solo intento: offrire ai nostri lettori una visione ampia, trasversale, autorevole e in linea con i cambiamenti e le esigenze informative di questo meraviglioso mondo che è la luce.
Auguri di Buon Natale e di un luminoso 2025!
“La Copertina” appositamente realizzata per LUCE dall’architetto e lighting designer Pietro Castiglioni / Cover image: “La Copertina” specially created for LUCE by the architect and lighting designer Piero Castiglioni
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