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Veduta del complesso e del Parco della Luce in via Monte Rosa a Milano. Photo courtesy AXA IM Alts

Monterosa 91: pennellate di luce green in città

By Cristina Tirinzoni
Pubblicato il
Settembre 2024

Il Parco della Luce è ultimo tassello dell’ambizioso progetto Monterosa 91 a Milano, un enorme progetto di riqualificazione urbana e di recupero firmato dallo studio di Renzo Piano Building Workshop che ha trasformato l’iconica ex-sede milanese de Il Sole 24 Ore, e oggi è uno degli asset di AXA IM Alts, in un nuovo campus urbano immerso nel verde. Una collina alta 13 metri, estesa su 10.000 metri quadrati, coperta di lecci, querce e liquidambar. 42 nuove alberature, 60 grandi arbusti e 13.800 fra piccoli arbusti e piante perenni (a firmare il design dell’area verde è lo studio Ag&P greenscape). La cascata di vetro dell’edificio che lo avvolge sfuma i confini tra esterno e interno. Le rifrangenze luminose del parco si estendono fino all’esterno, creando un’atmosfera unica e coinvolgente. A caratterizzare il complesso e la collina è inoltre il progetto artistico Prima Luce, (ideato e curato da Helga Marsala per Artribune Produzioni). Tre grandi installazioni permanenti site specific, dove il tema della luce è intrecciato con quello della natura. Titolo ispirato alla omonima celebre poesia di Giorgio Caproni (1912 -1990), il poeta che inseguiva la luce, una luce tersa, che corre verso l’infinto dei mari di Livorno e di Genova, le sue città. “Prima Luce. Lattiginosa d’alba/nasce sulle colline,/balbettanti parole ancora/infantili, la prima luce./ La terra, con la sua faccia/madida di sudore/apre assonnati occhi d’acqua/alla notte che sbianca./(Gli uccelli sono sempre i primi pensieri del mondo)”. Con versi un po’ “macchiaioli” trapela un’emozione vivida, “luminosa”. L’immagine d’un senso di continuo e stupefatto miracolo. È la prima luce dell’alba nella quale gli uccelli si levano in volo. E che diventano nella fantasia del poeta i pensieri della terra appena svegliata. La luce di ogni inizio. Una promessa di vita, dell’emozione di un incanto. Una sete di luce, di una visione nuova, di cui tanto abbiamo bisogno anche ai nostri giorni.

Veduta del complesso e del Parco della Luce in via Monte Rosa a Milano. Photo courtesy AXA IM Alts

Il percorso

Aprono il percorso espositivo, lungo le due pareti parallele della scala interna che conduce al Parco della Luce, come due giganteschi diapason, i LED di Mario Airò che lasciano risuonare vibrazioni di luce, le emissioni luminose di due elementi, l’oro e il piombo, riproducendone le righe colorate e i relativi intervalli, corrispondenti alla frequenza della radiazione elettromagnetica emessa dagli elettroni quando compiono una transizione energetica (Ottava d’oro, ottava di piombo, 2023), mente le tele di Stefano Arienti, due imponenti teli antipolvere, ricamano filari di pioppi che costeggiano un canale dagli inchiostri metallici color oro e rame. Nel giardino è allestita la nuova installazione in acciao inox di Loris Cecchini, The orbital promenade, chorus of solstices, in cui l’artista mette in gioco un riferimento sempre più forte a quella dimensione organica che caratterizza la sua poetica, creando un effetto, allo stesso tempo naturale e artificiale, statico e dinamico, tra le forme biologiche e la struttura architettonica.

Il percorso artistico. Photo courtesy AXA IM Alts
Il percorso artistico. Photo courtesy AXA IM Alts

Parla Francesco Rovere

Abbiamo incontrato Francesco Rovere, Senior Development Manager di AXA IM Alts, tra i leader globali negli investimenti alternativi che ha nel suo portafoglio e gestisce a Milano per conto dei propri clienti, tra gli altri, Monterosa 91 e il nuovo sviluppo residenziale di Via dei Rospigliosi a Milano, zona San Siro e Vetra Building.

La creazione del Giardino della Luce immerso nel verde e nell'arte. Un messaggio luminoso in questi tempi complicati che non brillano di luce?

Il tema della luce è un elemento fondante di Monterosa 91 nel progetto firmato da Renzo Piano. Nell’intreccio e nella compenetrazione di luce naturale e artificiale, che porta con sé un valore aggiunto, emotivo ed estetico. All’interno, sistemi automatizzati gestiscono gli elementi oscuranti delle finestre continue e a tutt’altezza, controllando l’ingresso della luce solare in funzione della sua intensità. In fisica, la luce è una forma di energia che si propaga nello spazio sotto forma di onde elettromagnetiche e permette di vedere, dà vita a tutte le cose: per analogia, possiamo dire che vent’anni fa questa zona non era accessibile a nessuno, ad eccezione dei residenti, mentre oggi finalmente è aperta alla città. Siamo entusiasti di poter offrire alla comunità milanese un nuovo spazio di socialità e benessere. Il nostro obiettivo nella riqualificazione di questo asset è stato trasformare questo posto, prima sede dell’azienda automobilistica Isotta-Fraschini, poi di Siemens-Italtel, infine sede del celebre quotidiano milanese, Il Sole 24 Ore, in un vero e proprio campus urbano, un luogo per chi lavora ma anche per chi, da fuori, desidera trascorrervi del tempo libero. Uno spazio ibrido e multifunzionale, ci sono una libreria, un’agenzia di viaggi, l’auditorium, la grande piazza centrale, circondata dal verde, un ristorante-caffetteria e il giardino. Mentre il cantiere procede per il tratto di strada finale, il 2 settembre è stato aperto anche un asilo nido, un ulteriore arricchimento.

Il percorso artistico. Photo courtesy AXA IM Alts
Il percorso artistico. Photo courtesy AXA IM Alts

AXA IM Alts è da tempo coinvolta in progetti di riqualificazione e rinnovo immobili a Milano. Nelle vostre iniziative l'arte riveste un ruolo da protagonista. Quali sono le motivazioni di questa scelta?

Per una società che operi nel campo del real estate, la necessità di generare profitti non può oggi che convivere con la possibilità di generare valore culturale e sociale, identità, pensiero, appartenenza. Che è poi il senso profondo del termine riqualificazione per AXA IM Alts affinché si possa godere di immobili che non siano soltanto riqualificati, efficienti e funzionali, ma che contribuiscano anche a una migliore vivibilità della città. Abbiamo scelto l’arte come motore di “ricreazione e vivacità” perché ha la capacità di attrarre interesse, quindi persone e istanze cittadine, fondamentali affinché il luogo diventi spazio di relazione e socialità, o di ricostruire, laddove si era persa o non era mai esistita, una complessità di relazioni. La capacità di “fare città” di alcuni progetti d’arte nei processi di rigenerazione urbana sta nel provare, e riuscire, a rimettere in dialogo quartieri con il resto della città. Mai come in queste ultimi decenni di cambiamento sono stati prima di tutto gli artisti che hanno saputo leggere quanto nelle città sta avvenendo, a volte in maniera realistica e documentaristica, altre volte le letture che ne emergono sono invece visionare e astratte e altrettanto stimolanti.

Il Parco della Luce è impreziosito da opere d’arte, e ospita tre installazioni site specific permanenti affidate a tre artisti, Loris Cecchini, Mario Airò, Stefano Arienti. Ce ne vuole parlare?

Il tema dell’arte, su cui investiamo molto, è ormai un elemento caratterizzante di alcuni nostri progetti. Abbiamo visto l’incredibile successo in termini di visibilità, di riconoscibilità, di risposta del pubblico, ottenuto con le iniziative portate avanti in Piazza Vetra. E anche in Monterosa, giocoforza, non potevamo non proseguire. L’opportunità di generare nei luoghi pubblici valore umano e intellettuale, anche attraverso l’arte, è un modello da custodire, difendere, raccontare. Credo che anche questo faccia parte di quell’engagement sul tema sociale, di quell’idea di responsabilità e di sostenibilità sociale a cui guardiamo come investitori immobiliari e su cui riteniamo di continuare a investire.

All’interno dell'ampio cortile del campus di Monterosa 91 è stata ricollocata anche l'installazione Momentum, un cubo inclinato, una scenografica presenza monolitica che si erge dal terreno in un gioco di luci, riflessi e dissolvenze.

L’installazione, progettata da Ma Yansong e Andrea D’Antrassi dello studio MAD Architects per AXA IM Alts, era stata esposta durante la Milano Design Week 2023 in occasione della mostra Interni Design Re-Evolution presso l’Università Statale di Milano. Il cubo si presenta come una forma d’arte in continua evoluzione. L’ampia struttura in ferro, in origine di 8 metri per lato e alta 12,5 m, e oggi dimensionata alla scala dell’attuale sito, è rivestita di strisce di polimero ETFE, un materiale metallizzato, riflettente. Nove profili a luce diffusa Trevi 1.2 4000 K sono invece fissati sotto la base triangolare che funge da appoggio per il cubo inclinato e sono programmati per pulsare a intervalli regolari e creare un gioco luminoso che rievoca la pulsazione del battito cardiaco. Alla luce del sole, la pelle di Momentum agisce come specchio nei confronti del contesto attorno. Al calare della sera, la superficie del cubo si fa eterea, trasparente, con l’illuminazione dall’interno che ne determina un nuovo carattere.

Il Parco della Luce, l'installazione Momentum. Photo courtesy AXA IM Alts
Il Parco della Luce. Photo courtesy AXA IM Alts

Il progetto artistico per Vetra Building, gestito da AXA IM Alts, merita di essere raccontato.

L’idea era quella di ribadire l’importanza di legare alla produzione artistica contemporanea un progetto ambizioso di riqualificazione di un trascurato punto di riferimento urbano, come quello della vecchia sede dell’esattoria civica in via della Chiusa 2 che si affaccia sul Parco delle Basiliche. Le città cambiano volto, si trasformano. Ciò che i cittadini chiedono oggi è una maggiore vivibilità, spazi dove vivere esperienze coinvolgenti, per una ritrovata socialità. Anche l’arte muta e si evolve verso un uso partecipato ed emozionale che spinge l’artista e l’arte sempre più a uscire dalle gallerie per arrivare nelle piazze, nei giardini, nelle fabbriche dismesse, nei luoghi pubblici. Nel 2021, in occasione dell’inaugurazione del complesso, riqualificato dagli architetti di Il Prisma, e in collaborazione con Artribune Produzioni, l’artista milanese Patrick Tuttofuoco ha realizzato X, una grande installazione permanente al neon site specific per le pareti della nuova piazzetta interna aperta al passaggio pubblico. Si tratta di due mani – una rossa l’altra blu – che si sfiorano, tendono l’una verso l’altra, un gesto semplice e simbolico, metafora di relazioni, cura, collaborazione. Si raccende così un pezzo di paesaggio urbano.

Lei si è laureato in architettura al Politecnico di Milano. Come architetto cosa pensa della luce?

La luce è, naturalmente, il mezzo attraverso il quale percepiamo lo spazio architettonico. Se guardiamo oltre il processo di riflessione della luce che colpisce la nostra retina, è anche un fattore chiave per evocare una determinata sensazione o stato d’animo in un certo luogo. In questo senso, si potrebbe concepire la luce come dimensione emozionale di un ambiente costruito. La luce naturale è sempre stata un elemento cruciale in architettura. Le Coubusier diceva: “L’architettura è il gioco sapiente e rigoroso dei volumi sotto la luce”, ma le nuove tecnologie hanno anche permesso alla luce artificiale di svilupparsi negli ultimi anni per diventare un elemento chiave e un’opzione con molte più possibilità, specialmente quando la luce solare, la sorgente luminosa più importante, viene a mancare. Uno dei grandi vantaggi di questa illuminazione è la possibilità di manipolarla, ottenendo diversi effetti e collocandola in punti strategici dove la luce naturale non arriverebbe mai, per creare forme e spazi che prima erano impossibili.

Quale idea "illuministica" è alla base dei vostri progetti dedicati agli uffici?

L’illuminazione gioca un ruolo fondamentale nei luoghi di lavoro, non è solo una questione di visibilità, ma la luce è un elemento cruciale per la vivibilità degli spazi e ha un impatto significativo sul benessere psicofisico favorendo l’empowerment e la produttività. Comprendere i diversi aspetti dell’illuminazione, come intensità, colore, uniformità, accesso alla luce naturale, consente di creare un ambiente di lavoro ottimale. Un luogo accogliente in cui le persone hanno il piacere di restare. E con il controllo della luce è ora possibile. I sistemi di controllo dell’illuminazione consentono di ottenere proprio questo, l’esatto grado d’intensità di cui si ha bisogno in ogni spazio e momento, con un notevole risparmio energetico senza alcuna perdita di qualità dell’illuminazione. Possiamo controllare non solo l’intensità, ma anche aspetti come la temperatura del colore, garantendo così il massimo comfort luminoso. Perché ogni attività, anche a seconda dell’ora del giorno, richiede un’illuminazione diversa per favorire la concentrazione o il rilassamento, o per evitare l’affaticamento degli occhi.

Il percorso artistico. Photo courtesy AXA IM Alts
Il percorso artistico. Photo courtesy AXA IM Alts

Forse una delle tematiche più intriganti in un processo di progettazione delle luci è come fare interagire sostenibilità con discorso emozionale?

In un’epoca in cui la sostenibilità e il benessere ambientale sono argomenti di notevole rilievo, la luce naturale riveste un ruolo sempre più significativo nel plasmare gli ambienti architettonici. Oggi, sempre di più la luce outdoor entra a far parte di un progetto globale che coinvolge l’indoor. il campus riuscirà a consumare oltre il 40% in meno di energia, un risultato straordinario. Monterosa è il primo immobile riqualificato in Italia ad aver ottenuto la certificazione Platinum WiredScore e sarà inoltre certificato LEED Core&Shell Platinum, con particolare riguardo all’efficienza energetica e climatica. In termini di efficientamento energetico e comfort visivo, abbiamo adottato il sistema di illuminazione con sensore Dali (Digital Addressable Lighting Interface) di iGuzzini (partner di Renzo Piano Building Workshop, ndr) che consente di creare regie luminose personalizzabili e flessibili.

AUTHOR

Cristina Tirinzoni

Cristina Tirinzoni, laureata in scienze politiche, giornalista professionista di lungo corso, ha collaborato con le maggiori testate femminili, occupandosi delle pagine di cultura, libri, teatro, arte. Convinta che la bellezza (forse) salverà il mondo e che non si finisce mai di scoprire e di raccontare grandi e piccoli costruttori e seminatori di bellezza. Ha pubblicato due libri di poesie Sia pure il tempo di un istante (Neos edizioni) e Come un taglio nel paesaggio (Genesi editore)

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