Eventi
Luce, design e arte. La Biennale dello Stretto 2024
By Cristina Ferrari
Pubblicato il
Dicembre 2024
INDICE
Con le tappe del 13, 14 e 15 dicembre si concluderà la seconda edizione della Biennale dello Stretto, evento sviluppato dal progetto culturale Mediterranei Invisibili (in corso dal 2018) ideato dall’architetto Alfonso Femia e promosso da 500×100 e OAPCC Reggio, intitolata LE TRE LINEE D’ACQUA LE CITTÀ DEL FUTURO.
La Biennale dello Stretto
La Biennale, che ha luogo tra la Calabria e la Sicilia e indaga in modo critico e propositivo il tema del territorio e del Mediterraneo attraverso talk, dibattiti e una mostra fotografica, è stata divisa in sessioni (progetti di architettura, mostra fotografica, installazioni artistiche) e ha conservato la sua “dimensione culturale multidisciplinare alimentata dall’architettura, attivando un riverbero ancora più ampio sul design, sull’arte e sul cinema, sull’antropologia e sulla scrittura, sulla fotografia, con più ospiti e più incontri”. Un’opportunità per riflettere e approfondire sulle trasformazioni delle rive del Mediterraneo, grazie a un programma di ricerca di equilibrio tra territorio, paesaggio, città e architettura, uomo e ambiente.
Si è trattato di un vero e proprio “capitolo culturale all’insegna della pluralità e della condivisione”, riassumibile, appunto nelle parole “capitolo” e “pluralità e condivisione”. “Capitolo perché la Biennale, nel proponimento dell’ideatore Alfonso Femia, è più che un evento, una dimensione culturale destinata ad apprendere, prima che a trasferire e ipotizzare visioni e soluzioni. Pluralità e condivisione, veicoli imprescindibili del pensiero e della comunicazione contemporanea, nella Biennale si traducono in scelte concrete, a partire dalla coralità assoluta del progetto”.
I temi dell’edizione 2024
Per questa edizione, sono stati scelti due temi, gli stessi riportati nel titolo, ovvero Le tre linee d’acqua e Il Futuro delle Città,
Il primo tema, prosecuzione con ulteriori approfondimenti dalla prima edizione, è stato riaffrontato come fattore abilitante per i processi urbani in quanto “la relazione tra acqua e progetto è fondamentale per le città del futuro ed è indicata come la quinta delle azioni individuate come dimensioni di intervento progettuale. Il sistema di infrastrutture alla scala territoriale e urbana; lo spazio pubblico; l’abitare e il prendersi cura dei cittadini negli spazi urbani e tutti i baricentri culturali della città, la scuola per prima (gli spazi ibridi, le strutture turistiche e alberghiere, i musei …) sono gli altri ambiti d’azione”. Il secondo è invece incentrato sugli aspetti sostanziali dello spazio pubblico, del living, della mobilità e dei baricentri culturali, per un presente che può venire migliorato e verso un futuro vivibile, e parla di città al plurale, “non è un passaggio formale, ogni parte del mondo, del mondo occidentale, dell’Europa, dell’Italia, delle singole regioni esprime esigenze, desideri e aspirazioni differenti. Dunque, se i caposaldi della città sono trasferibili, la loro declinazione nei singoli contesti darà esito a situazioni completamente diverse”.
La Luce
L’evento ha avuto come principale polo espositivo Forte Batteria Siacci a Campo Calabro, la fortificazione umbertina più grande dello Stretto di Messina. Come la prima edizione, la luce è il filo rosso della Biennale, fondamentale nell’economia compositiva dell’allestimento (progetto di AF*Design – Alfonso Femia, Enrico Martino, Fabio Marchiori, Carola Picasso, Simonetta Cenci, con la collaborazione di Alberto Idone e Salvatore Vermiglio e realizzato da L’Artiere – Giuseppe Scopelliti) così come “nella dilatazione dello spazio e nella metafora di connessione tra territorio e futuro, vicino e lontano, specie nella suggestiva installazione temporanea che ha unito le due sponde della Sicilia e della Calabria”. Infatti “lo Stretto è luce prima di essere territorio e Forte Batteria Siacci è un’inaspettatamente gentile appendice sulla sponda reggina. Senza interferire, accoglie e rende ancora più potente il sole che sorge e tramonta nel suo mare”.
Per quanto riguarda il Forte, sui muraglioni di contenimento della trincea Goboservice (partner tecnico Biennale) ha realizzato una spettacolare proiezione che riesce a dilatare lo spazio, utilizzando la tecnica del videomapping, e che affronta il tema della fondazione delle città del futuro ed è metafora della connessione tra territorio e futuro. Dopo il ponte levatoio, di notte la “navata” che accoglie il pubblico e i visitatori si trasforma “in uno spazio a profondità variabile sui riflessi e sui ventagli luminosi che si generano e che sottolineano la bellezza architettonica e la storia. I proiettori Omikron Flood di Cariboni Group (main partner e sponsor tecnico Biennale), posti alla base delle esili aste che perimetrano la navata principale e svettano fino al piano dello spalto, illuminano e creano effetti ad alto impatto estetico”. I proiettori valorizzano anche la panca lunga cento metri, pensata per la convivialità e il dialogo, posta alla quota superiore (sullo spalto), disegnando lo spazio con illuminazione continua per tutta la sua lunghezza, mentre le gallerie di distribuzione alle stanze (ex armerie e depositi) sono illuminate da lampade LED tubolari in policarbonato di Linea Light (partner tecnico Biennale).
Per quanto riguarda gli spazi espositivi per i progetti di architettura, le ricerche fotografiche, le opere degli artisti e le installazioni allestiti nei vani interni (a coperture voltate), le strutture di supporto all’allestimento sono attrezzate per la leggibilità ottimale dei progetti da stripled lineari di 3F Filippi e da stripled curved di Led Italy (entrambe aziende partner tecnici di Biennale). “Il tavolo lungo 100 metri, installato permanentemente nel fossato, è stato illuminato da 50 lampade a batteria Whisper color champagne (iGuzzini, partner tecnico Biennale). L’effetto notturno è particolarmente evocativo dell’atmosfera storica del Forte”. Nella sala adibita a ufficio stampa e nella sala allestita per l’accoglienza e la sosta dei relatori e dei giornalisti, gli imbottiti di Egoitaliano (partner di Biennale), trovano un perfetto contrappunto nel design delle forme vegetali delle Ciuli Fruli di Martinelli (partner tecnico Biennale).
Il progetto illuminotecnico è di AF*Design (Alfonso Femia, Enrico Martino) e In-Visible Lab (Silvia Perego).
Un ponte di luce tra le due sponde
Lo stretto di Messina, un tratto di mare che, nel punto più vicino tra la Sicilia e la costa calabrese, misura poco più di tre chilometri, è già stato illuminato durante la prima edizione della Biennale nel 2022 da Un mare di luce, un’installazione effimera, educata che “ha creato una dimensione che si è consumata in pochi minuti, lasciando immutato l’ambiente e il paesaggio”. Si è trattato di una proiezione temporanea di fasci luminosi, una linea concettuale istantanea che ha unito Villa San Giovanni (Alta Fiumara) in provincia di Reggio Calabria a Messina (Capo Peloro), per “indurre una riflessione sul complesso e, talvolta, ambiguo rapporto tra unione e separazione, sulla contrapposizione tra vicino e lontano, sulla polarizzazione e sulle tensioni che animano il vivere contemporaneo” restituendo “senza corrompere la potenza dello Stretto, paradigma del Mediterraneo intero” in un tempo e in uno spazio finiti, dilatati dalla luce. Un mare di luce è stata realizzata posizionando uno dei proiettori ClayPaky, modello Skylos con sorgente laser nell’area di Capo Peloro sulla sponda messinese, e altri tre in località Alta Fiumara.
L’installazione è stata autorizzata da Enav, dalla Capitaneria, dalle prefetture di entrambe le Amministrazioni cittadine. ClayPaki e AudioSales hanno sostenuto il progetto e l’intervento è stato realizzato tecnicamente da International Sound.
Il Design
Altro focus importante dell’edizione 2024 è stato il design, affrontato “attraverso un allestimento espositivo e gli approfondimenti sviluppati nei talk che hanno coinvolto esperti, aziende e designer”. Si parte dalla mostra Non in senso Stretto, curata da Luciano Galimberti, Francesco Alati e Annalisa Spadola, con la consulenza scientifica di Vincenzo Castellana, allestita negli spazi di Forte Batteria Siacci, da Adi nazionale e dalle delegazioni territoriali di Calabria e Sicilia, il cui nome gioca con quello del tratto di mare. Presentata come una sorta di messa a terra, il racconto concreto di come il design abita e agisce in Sicilia e Calabria, due regioni ai margini del design system, ma al centro del Mediterraneo, la mostra ha fatto “riferimento alla capacità del design contemporaneo di superare i confini tradizionali del prodotto e della sua estetica, per abbracciare ambiti di applicazione sempre più vasti, vari e trasversali. Il focus è sul design mediterraneo che è una dimensione difficile da perimetrare, non solo per la difficoltà di definire una geografia di appartenenza, ma anche per le pertinenze progettuali, creative e realizzative che stanno spesso sulle linee di confine tra artigianato, artigianato industriale e industria”.
L'Arte
La Biennale dello Stretto è un progetto “nato dall’Architettura, disciplina fondamentale per lo sviluppo territoriale e urbano, motore di un processo di amplificazione interdisciplinare”. E l’architettura è connessa all’arte in “un’indispensabile azione di pensiero e progetto, prezioso contributo per rappresentare compiutamente la complessità espressiva contemporanea. È nell’alveo della sensibilità, delle competenze e della cultura dell’artista alimentarsi e sperimentare lo spazio architettonico o urbano, così come per l’architetto condividere le ricerche artistiche dalle quali trarre suggestioni culturali. Compartimentare le due forme espressive limita il dialogo che si genera dalla loro interazione, arricchimento del rapporto con il territorio e con le persone”.
L’evento ha compreso una sessione Arte, curata da Angela Pellicanò, artista calabrese con esperienza internazionale, che ha indicato il tema Casa come me, il nome dell’abitazione dello scrittore e giornalista Curzio Malaparte, costruita nel 1938 sul promontorio di Capo Massullo, nell’isola di Capri, come filo conduttore per coordinare il lavoro dei 22 artisti che hanno esposto le loro opere nelle stanze di Forte Batteria Siacci.
Alla Biennale hanno partecipato 143 architetti, in esposizione più di 150 progetti, 10 fotografi e 2 laboratori di ricerca fotografica realizzati ad hoc, 22 gli artisti, 6 installazioni indipendenti che hanno occupato i 10mila metri quadrati coperti di Forte Batteria Siacci con una mostra dei progetti d’architettura, delle opere dei fotografi e delle installazioni degli artisti stessi, in cui “il tempo e lo spazio non vivono solo una dimensione astratta, ma costituiscono le materie prime dell’arte”.
Sono stati inoltre realizzati due momenti significativi della Biennale fuori dalla geografia specifica dello Stretto, dedicati all’arte contemporanea a Badolato, in Calabria (con 16 talker), e all’architettura e alle città del futuro a Parigi.
La sessione conclusiva
Dal 13 al 15 dicembre, come già detto, si terrà la sessione conclusiva della Biennale dello Stretto che avrà luogo a Messina, nell’Università degli Studi, e a Reggio Calabria, al Museo Archeologico Nazionale.
Durante le giornate verranno affrontati molti temi a cura di importanti personalità come Fabrizia Berlingieri, professoressa al Politecnico di Milano che coordina un progetto in cui si affrontano gli aspetti inesplorati dell’acqua. Sempre l’acqua, ma come chiave, l’infrastruttura come evento, un’altra faccia della complessità progettuale contemporanea, verrà affrontata da Clément Blanchet, architetto, autore, insieme a OMA, del Simone Veil Bridge a Bordeaux, opera architettonica densa di valore civico, mentre si parlerà di come si scrive (e si parla) d’architettura con Maria Chiara Voci, Il Sole 24 Ore, Paolo Bovio, managing director Will (Chora Media) e Lucia Brandoli, The Vision, con Giorgio Tartaro, moderatore e parte in causa come giornalista esperto in design e architettura. “L’invisibilità del Mediterraneo in chiave geo-politica e culturale sarà l’oggetto del talk condiviso con Giovanni Messina, geografo ricercatore dell’Università degli Studi di Messina e Caterina Pastura, casa editrice Mesogea. Cuore delle giornate conclusive, la sessione Abitare il Paesaggio curata da Annalisa Metta, architetta paesaggista, professoressa ordinaria Università Roma Tre e Luca Molinari, critico, curatore, professore ordinario Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’: con loro un panel straordinario nazionale e internazionale. Due presenze straordinarie, special guest, gli architetti Massimo Pica Ciamarra e Giancarlo Mazzanti. Il Mediterraneo, lo Stretto, il paesaggio: la scrittrice Nadia Terranova chiuderà la seconda edizione con riflessioni storiche e letterarie sulle tre rive”.
Nel corso della sessione conclusiva si terrà la premiazione dei progetti selezionati dai direttori, intitolata a La Biennale dello Stretto.
Per maggiori informazioni e sul programma completo: https://biennaledellostretto.eu
AUTHOR
Cristina Ferrari
Laureata con lode in lettere classiche all’Università degli Studi di Verona, con tesi in archeologia, è giornalista pubblicista dal 2012 e collabora a diverse testate tra cui Archeo, Medioevo, LUCE
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