LUCE 351
ANNO 63
marzo 2025
Rivista fondata da AIDI nel 1962
Direttore Mariella Di Rao
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Immagine di copertina appositamente realizzata per LUCE dall’artista e maestro della video art Fabrizio Plessi
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In questo numero:

INCONTRI
Massimo Iosa Ghini: “Utilizzo la luce per costruire valore”
di Pierluigi Masini
Ragionare sulla luce a occhi chiusi serve a recuperare la sensazione di certe situazioni, il ricordo di immagini che entrano nella propria ricerca: l’intervista a Massimo Iosa Ghini, architetto e designer, parte così.
“Il tema della luce lo collego alla percezione che ho di me stesso e del mio lavoro. Ho sempre pensato di non essere un artista, ma poi mi sono accorto che la lettura che la nostra società dà dell’artista mi assomiglia. C’è questa distinzione tra l’essere artista – uno che non è concreto – e il fare un lavoro che porta qualcosa di utile per gli altri. Un vecchio dibattito, che ho trovato nel recente saggio di Nuccio Ordine (L’utilità dell’inutile) e mi ha dato molti spunti interessanti. Ecco, io sono sempre stato lì, su quel crinale…”.
Álvaro Siza, architetto portoghese esponente del modernismo poetico, ermetico e schivo, ci concede una breve intervista (vera) durante un viaggio (immaginario) nell’ex Monastero di Leça do Balio, ex monastero benedettino risalente all’XI secolo e ora monumento nazionale. Inaugurato parzialmente lo scorso giugno, ha come caratteristica più notevole che si trova sul percorso, e ne costituisce un’importante stazione, del Cammino di Santiago de Compostela (Spagna), una delle più antiche e famose mete di pellegrinaggio del mondo cristiano. Siza ne ha progettato la riqualificazione, che prevede il recupero delle parti storiche, destinandole a nuovi usi, e con un’opera ex novo, il Km234. Con il grande architetto parliamo del futuro di dell’architettura e del rapporto tra nuove tecnologie e umanesimo…

INCONTRI
La luce naturale protagonista dell’illuminazione di Dikkie Scipio
di Paola Testoni
“…Non possiamo fare a meno del comfort e dei benefici dei sistemi di illuminazione; sono di grande valore, specialmente nei musei, spazi in cui le minime variazioni fanno la differenza. Detto ciò, apprezzo la qualità della luce naturale con le sue fluttuazioni, i diversi colori, le angolazioni e i toni che cambiano durante il giorno e le varie stagioni. La natura, attraverso la sua luce, ci fornisce informazioni su dove siamo e sull’ora del giorno, ci guida nell’orientamento e ci aiuta a prevenire la stanchezza. Le persone avvertono istintivamente questa qualità, quindi per quel che mi riguarda, cerco, quando possibile, di includere la luce naturale per enfatizzare il percorso architettonico…”. Inizia così l’intervista a Dikkie Scipio, architetto olandese tra i fondatori dello studio KAAN Architecten di Rotterdam che racconta l’importanza di saper bene utilizzare nei progetti architettonici tutte le potenzialità della luce…
Maria Porro, presidente del Salone del Mobile di Milano e imprenditrice illuminata, ci racconta la sua visione di cosa oggi significhi progettare la luce e le novità dell’ultima edizione di Euroluce tra cui la prima edizione del The Euroluce International Forum, due giornate, il 10 e l’11 aprile, dedicate interamente alla progettazione della luce. Sono previsti sei masterclass, due tavole rotonde e due workshop con oltre venti relatori internazionali tra lighting designer, architetti, artisti, scenografi, scienziati, biologi, antropologi, astronomi, psicologi invitati a condividere visioni, intuizioni, pratiche di ricerca e progetto con l’obiettivo di stimolare con sguardo multidisciplinare una più profonda comprensione del futuro del lighting…
Nell’intervista Carla Wilkins, Senior Partner del prestigioso studio Lichtvision Design e presidente eletto dello IALD (International Association of Lighting Designers), racconta la sua visione della luce e del ruolo del lighting designer in un contesto culturale sempre più fluido e trasversale. “…La progettazione illuminotecnica è di per sé una disciplina fortemente trasversale, in quanto l’illuminazione risponde alle esigenze funzionali, alle emozioni e alla responsabilità ambientale … La luce fa la differenza in tutti i suoi aspetti: luce diurna, luce artificiale o media visivi … Il DNA del lighting design è comunque sempre nel contesto di una collaborazione interdisciplinare per servire al meglio il cliente e gli utenti…”.

INCONTRI
Il punto di equilibrio di Franco Raggi
di Monica Moro
Un’incertezza di stabilità è un modo, o meglio un’accortezza, per uscire da una situazione che ci rende forse falsamente stabili e per cercare nuovi equilibri. La ricerca di un “altro” punto di equilibrio ci consente di uscire dall’immobilità, dal contesto e dalle situazioni che ci circondano per cercare un nuovo punto di osservazione. “I disegni che facevo negli anni ‘70 rappresentano una sorta di metafora degli elementi classici dell’architettura, sono frammenti in situazioni di precario equilibrio, di allegoria della caduta di significato del linguaggio in architettura. Dell’architettura senza qualità”. LUCE incontra Franco Raggi, il “non-architetto”, come si definisce lui stesso, che ha fatto parte di quei movimenti come il Radical design e Studio Alchimia che hanno portato il design italiano nel mondo…

INCONTRI
Il respiro invisibile della luce ne La forza del destino
di Paolo Calafiore
LUCE incontra Leo Muscato che ha inaugurato la stagione scaligera 2024/25 con La forza del destino di Giuseppe Verdi, opera attesa in apertura di stagione dal 1965. Muscato ci spiega le relazioni visive che cerca di stabilire tra musica e luce nella sua visione di regista di teatro d’Opera e in particolare come è nata la struttura drammaturgica e scenica de La forza del destino incentrata sulla continua rotazione dello spazio, sospesa in una fluttuazione dei cambi di luce che ha consentito di avvicinarsi, quasi con una lente d’ingrandimento, e ascoltare il dramma di Leonora e Don Alvaro e di allontanarsi e osservare il paesaggio e i quadri d’insieme, in un continuo avvicendarsi di accadimenti e stati d’animo che il regista ha definito “Ruota del destino”…
Abbiamo incontrato Luca Mercalli climatologo, giornalista, divulgatore scientifico, presidente dell’associazione Società Meteorologica Italiana. Mercalli è impegnato nel divulgare uno stile di vita più attento alla riduzione dell’impatto ecologico, ricordandoci che le risorse del nostro pianeta sono limitate e che bisogna cambiare il nostro approccio mentale ed essere più sobri a cominciare dall’illuminazione che va utilizzata solo dove e quando serve. Proprio perché la posta in gioco è alta, la sopravvivenza dell’umanità per i prossimi secoli, il famoso climatologo chiama in causa anche le scienze umane, come i sociologi, antropologi, filosofi e psicologi, per comprendere per quale motivo questo messaggio fatica così tanto a penetrare nelle nostre esistenze per contribuire a trovare insieme una soluzione a questo problema…

PROGETTARE LA LUCE
Il linguaggio della luce nei progetti nautici
di Federica Capoduri
“La nautica è un settore di lusso e questa ricchezza si esprime nella presenza di schermi al plasma, materiali preziosi, opere d’arte. Per l’illuminazione, invece, spesso non ha sensibilità verso la qualità… Questa mancanza di sensibilità e di cultura sulla luce, che si ritrova qui come in altri settori, è abbastanza scoraggiante”. In questo racconto a più voci, gli architetti Marinella Patetta e Claudio Valènt, soci fondatori di Metis Lighting – studio internazionale che progetta per diversi settori, dal residenziale al pubblico, dal retail all’hospitality, dall’artistico al nautico – e il project manager Paolo Giovane, ci offrono spunti di riflessione e approfondimento molto interessanti sulla progettazione illuminotecnica di queste splendide architetture galleggianti…
Il Bacco di Caravaggio è ritratto in posa, intriso di sensualità languida, inondato da una luce che colpisce il busto e il bianco della tunica, e regge una coppa di vino con la mano sinistra. È uno dei dipinti più famosi della storia dell’arte, uno di quelli per cui si fa la coda per entrare agli Uffizi. Il light designer Gaetano La Mela, lo ha scelto come profilo del suo WhatsApp. “Caravaggio è stato in grado di andare oltre e di dipingere, letteralmente, il viaggio che compie la luce nell’oscurità”, racconta La Mela, 50 anni, vincitore del prestigioso Premio Le Maschere del Teatro italiano 2024 (l’Oscar del teatro italiano) per la categoria “migliori luci” con lo spettacolo Esercizi di stile per la regia di Emanuela Pistone, prodotto dal Teatro Stabile di Catania. E proprio da questo spettacolo comincia l’intervista dove La Mela ci parla del suo lavoro, del suo approccio alle nuove tecnologie e di cosa rappresenta per lui la luce nel teatro…
Lo Speciale di questo numero della rivista è dedicato all’importante ruolo dell’illuminazione nella valorizzazione del paesaggio perché ne determina l’aspetto durante le ore notturne, ne prolunga la fruizione e, ponendo l’accento sui suoi elementi costitutivi, ne mette in risalto l’identità. Con esperti, progettisti del lighting e paesaggisti, ne affrontiamo le opportunità, le sfide e le problematiche soprattutto legate al tema normativo dell’inquinamento luminoso. Per non dimenticare, come ci ricordava il pittore svizzero Johannes Itten, che “la luce, il fenomeno primo dell’universo, ci rivela nei colori lo spirito e l’anima vitale del nostro mondo”…
La luce che entra nei nostri occhi non serve solo a vedere, ma influenza anche la nostra salute, la nostra psicologia e il nostro comportamento, compreso, appunto, il ritmo circadiano, i cicli sonno-veglia, le funzioni cognitive e l’equilibrio neuroendocrino. Tutte queste risposte rientrano negli effetti non visivi (non image forming NIF) della luce. I ritmi circadiani si riflettono in tutte le cellule del corpo umano, comprese quelle della pelle, e la loro funzione è quella di ottimizzare le funzioni cellulari e di individuare i vantaggi associati alla luce solare…
La luce non solo illumina le nostre strade e le nostre case, ma anche il cammino verso un futuro più sostenibile: gli impianti di illuminazione possono infatti trasformarsi in elementi chiave di una rivoluzione verde. In questo contesto, la strategia europea per il consumo e la produzione sostenibili, annunciata nel quadro del Green Deal europeo e del piano d’azione per l’economia circolare, mira a rendere i prodotti idonei a un’economia climaticamente neutra, efficiente sotto il profilo delle risorse e circolare. Le caratteristiche principali di questa strategia includono la promozione della progettazione ecocompatibile (attraverso l’ESPR, il Regolamento sulla progettazione ecocompatibile), l’incentivazione della riparabilità e della durabilità dei prodotti e l’adozione di norme comuni per le dichiarazioni ambientali, per garantire trasparenza e accuratezza…
L’emozionante universo poetico di Fabrizio Plessi nella sua lunga attività di ben cinque decenni prende vita dal disegno. La sua, infatti, è un’urgenza creativa, dinamica il cui intento è cogliere il manifestarsi degli elementi primari come l’acqua e il fuoco, visualizzarne la fenomenologia agendo con la sua video art “prima ancora della nascita della luce quando tutto era cenere immobile e inerte” come scrive lo stesso Plessi in una delle sue tante pubblicazioni. Un’analisi che porta a ben interpretare il tempo che stiamo vivendo, fatto di fluidità, di movimento, di un continuo e inafferrabile mutare di orizzonti. Da questa capacità nasce la scelta dell’artista, che da sempre si confronta con gli elementi del fuoco e dell’acqua, di virare verso l’oro in epoca pandemica…

LIGHT ART
Flavio Favelli: “Il neon rivela i paradossi tra arte e potere”
di Jacqueline Ceresoli
Flavio Favelli (Firenze, 1967) è tra gli artisti più interessanti nel panorama internazionale. Ha esposto in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero e ha trasformato il neon, le insegne vintage di attività commerciali e di luoghi del divertimento e altri materiali di scarto in una cifra distintiva del proprio lavoro incentrato su memoria, identità, critica e società dei consumi, intrecciando riferimenti culturali storici soggettivi e collettivi. L’insegna al neon per Favelli è l’elemento della modernità, del potere della pubblicità, un’espressione del capitale, il codice visivo della società dei consumi nell’epoca del capitalismo globale, che ha travolto anche l’Italia dagli anni del boom economico al nuovo millennio, dove anche l’esperienza è marketing emozionale…
Sul numero di LUCE 351 / 2025 tanti altri articoli, interviste e approfondimenti.
Siamo sempre alla ricerca di nuovi suggerimenti e idee per capire, spiegare e far conoscere il mondo della luce italiana e internazionale.
Continuate a leggerci e scriveteci!
M’illumino di creatività
di Mariella Di Rao
Le immagini illuminanti di Maurizio Cattelan
di Sabino Maria Frassà
“M’illumino le torri”
di Federica Capoduri
Un nuovo approccio della luce per lo spazio pubblico e la parità di genere
di Elettra Bordonaro, Argun Paragamyan
Raffaele De Vita: “L’illuminazione è un linguaggio universale”
di Federica Capoduri
La luce come strumento di narrazione e valorizzazione del paesaggio
di Margherita Suss
L’inquinamento luminoso oltre il cielo
di Gianni Drisaldi
Il paesaggismo di Maurizio Vegini e Lucia Nusiner
di Nancy Tollins
Luce e design tra nuove tecnologie e prospettive future
di Elisa Belloni, Alessandro Zucchi
Infrastrutture: analisi predittiva e AI per la sicurezza
di Mariella Di Rao
Il fascino della luce laser
Dall’illusionismo del cinema alla musica live
di Paolo Calafiore
Premio Luce 2024
di Cristina Ferrari
Italia in Luce
di Cristina Ferrari
La nuova gamma LUX Outdoor di ILTI Luce
di Giulia Ottavia Silla
Umpi X-perience: smart lighting e sistemi integrati per le smart city
di Giulia Ottavia Silla
Luce naturale e conservazione preventiva per il Museo Egizio di Torino
a cura della Redazione
GEN Z LIGHTS
di Deborah Madolini (storyboard), Alberto Philippson (disegni)